Idf: “Nostri soldati non sapevano che fosse lì”. Tajani: “Mi auguro che fine Sinwar porti a tregua a Gaza”
Ha avuto luogo ieri nell’Aula del Senato l’informativa del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sui recenti attacchi alle sedi della missione UNIFIL in Libano. Per prima cosa il ministro ha ribadito che le azioni di Israele contro le postazioni Unifil sono “rilevanti e gravissime, violazioni del diritto internazionale, non incidenti”, e ha messo in chiaro che si tratta di “una crisi gravissima, caratterizzata dal superamento di diverse linee rosse nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale”.
Fuga dal Libano minerebbe la credibilità
“Voglio che sia chiaro e resti agli atti: non è messa in discussione la nostra partecipazione a Unifil, che proseguirà fino a quando ve ne sarà la necessità e le Nazioni Unite, insieme ai 50 Stati contributori, non decideranno diversamente. Andare via ora non porterebbe alcun beneficio e minerebbe, forse definitivamente, la credibilità stessa delle Nazioni Unite”.
“Tra attacchi e contrattacchi – ha continuato Crosetto – i due attori principali, Israele e Hezbollah, di cui il legame con l’Iran è evidente e palese, si muovono su un filo sottilissimo e, mai come ora, il rischio di un conflitto aperto, che coinvolgerebbe l’intero Libano, è diventato reale”.
“Ho voluto segnalare la necessità di un incisivo e rapido intervento delle Nazioni Unite che metta Unifil nelle condizioni di esercitare una reale deterrenza all’uso della forza. Questo potrebbe essere ottenuto prevedendo diverse opzioni operative, quali ad esempio la presenza di una riserva schierabile rapidamente nel Sud del Libano, garantendo così la piena libertà di manovra delle unità e adeguando equipaggiamento e dotazioni all’ambiente in cui operano”.
Lo ha ribadito Il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha anche sottolineato come sia ”In atto una crisi gravissima caratterizzata dal superamento progressivo di diverse linee rosse nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale”.
“Tante vittime civili dai bombardamenti israeliani”
Il ministro ha poi ricordato che “I bombardamenti israeliani stanno causando un elevato numero di vittime e feriti tra i civili, che hanno sovraccaricato le strutture sanitarie libanesi e aggravato una crisi umanitaria che rischia di divenire ancor più ampia di quella di Gaza che, secondo fonti palestinesi, ha provocato oltre 40.000 vittime”
Crosetto, pronti piani d’evacuazione con aerei e navi dal Libano
Per questo, riporta il ministro al Senato, “Sono state adottate tutte le misure necessarie per gestire i rapidi cambiamenti di situazione” per il contingente Unifil in LIbano, “rafforzando le misure di protezione attiva e passiva. Inoltre, i piani di evacuazione sono stati aggiornati, testati e sono pronti per essere attuati, se necessario. Come Difesa – ha aggiunto – siamo ovviamente pronti a fare la nostra parte e, qualora necessario, siamo in grado di condurre operazioni di estrazione del contingente nazionale e dei nostri connazionali in Libano, anche in modo autonomo. In tal senso sono stati già pre-allertati assetti aerei e navali per tale scopo, e il loro livello di prontezza è stato recentemente innalzato e adeguato alla situazione sul campo”.
Israele rispetti diritto internazionale, i civili e l’Unifil, torni a essere interlocutore per pace
“L’Italia ha ribadito che riconosce il diritto di Israele a resistere e difendersi dagli attacchi di chiunque. Allo stesso tempo abbiamo chiesto ad Israele di attenersi alle regole del diritto internazionale e di proteggere l’incolpevole popolazione civile, a Gaza come in Libano, e il contingente Onu”, ha concluso il ministro Crosetto rivolgendosi a Israele. “Dobbiamo convincere Israele, un paese amico, a riprendere a essere un interlocutore con cui dialogare in modo costruttivo nell’ottica di una pace. Non accettiamo che l’unico modo per risolvere le controversie internazionale sia la forza e la guerra, perché significa negare l’utilità di ogni organismo internazionale. Non accettiamo l’idea che quel territorio sia destinato a un conflitto permanente”.
Ucciso il leader di Hamas, Yahya Sinwar, la mente dietro il 7 ottobre
Le forze israeliane (Idf) in un post su X hanno reso noto ieri mattina che durante operazioni “a Gaza sono stati eliminati tre terroristi” e che con lo Shin Bet “stanno verificando la possibilità che uno dei terroristi sia Yahya Sinwar”, il leader di Hamas. “Le forze che stanno operando nell’area continuano le attività con la necessaria cautela”, aggiunge il post dopo che in passato sono circolate notizie secondo cui Sinwar potrebbe nascondersi circondato da ostaggi catturati durante l’attacco in Israele del 7 ottobre dello scorso anno e ancora trattenuti nella Striscia di Gaza.”Negli edifici in cui sono stati eliminati i terroristi non c’erano tracce della presenza di ostaggi nell’area”.
Ucciso per caso, soldati non sapevano di averlo davanti
Poche ore dopo il canale 12 israeliano riferisce che l’incidente in questione è avvenuto mercoledi e che le truppe dell’IDF che operavano nella zona non sapevano che il leader di Hamas Yahya Sinwar fosse lì. I media, sia israeliani che arabi,confermano che la presunta uccisione del leader di Hamas, Yahya Al-Sinwar sarebbe stata casuale e non frutto di una operazione di intelligence. I soldati hanno visto diversi combattenti entrare in un edificio e ordinato un attacco, che ha fatto crollare la struttura. Solo dopo che i soldati israeliani arrivarono per ispezionare i danni si resero conto che uno dei terroristi uccisi somigliava molto a Sinwar. L’IDF sta ancora valutando se il corpo fosse effettivamente Sinwar, ma Channel 12 afferma che non è ancora stato riportato in Israele perché la zona in cui è stato trovato è piena di trappole esplosive. Il corpo aveva anche un giubbotto militare con dentro delle granate.
Anche la radio israeliana Kan ha riferito che il leader di Hamas sarebbe stato ucciso “per caso”, e non a seguito di una raccolta di informazioni e conferma che accanto ai corpi sono stati trovati soldi e documenti falsi. Si riteneva che Sinwar si fosse circondato di ostaggi israeliani per ridurre la probabilità di essere ucciso, ma fonti governative israeliane hanno affermato ai media che non c’erano ostaggi presenti.
Tajani: “Mi auguro che fine Sinwar porti a tregua a Gaza”
Appresa la notizia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato: “Pare che il capo militare di Hamas sia stato ucciso e credo che da questo punto di vista Israele possa aver compiuto la sua azione di autodifesa. Mi auguro che la scomparsa del capo militare di Hamas possa portare a un cessate il fuoco a Gaza”.
Il Papa riceve ex premier Israele Olmert e ex ministro Palestina
Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano Ehud Olmert, ex primo ministro di Israele; Nasser Al-Kidwa, ex ministro degli Esteri di Palestina; l’editorialista e attivista sociale e politico israeliano Gershon Baskin e l’attivista politico palestinese Samer Sinijlawi. La Sala Stampa vaticana riferisce che l’incontro è durato 15 minuti.
Netanyahu in un’intervista a Le Figaro: “Non abbiamo nulla contro Unifil”
“Non abbiamo assolutamente nulla contro l’ Unifil”. Lo ha detto ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista a Le Figaro. “È vero che Hezbollah si nasconde spesso dietro postazioni Unifil per lanciare dei missili contro di noi”, ribadisce, rammaricandosi che dal 2006 la risoluzione 1701 non sia stata implementata. La milizia libanese “ha scavato centinaia di tunnel e di nascondigli, dove abbiamo appena trovato una quantità di armamenti russi di ultima generazione. In quasi vent’anni, quanti missili di Hezbollah ha fermato l’unifil? zero!”, conclude il premier.