Il rapporto dell’Onu sul clima non dovrebbe sorprendere nessuno. Conferma lo stato di gravissima allerta ormai noto da tempo. “Dipende da noi essere coraggiosi – commenta Greta Thunberg sui social – ed evitare le peggiori conseguenze”. In realtà, l’attivista per l’ambiente questa volta sembrerebbe addirittura troppo ottimista secondo il rapporto dell’Ipcc (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico) appena pubblicato, che lancia un allarme senza precedenti: molti effetti del riscaldamento globale, soprattutto quelli che hanno conseguenze sugli oceani e le zone polari, “sono irreversibili per i prossimi secoli o millenni”.
Innalzamento del mare e scioglimento dei ghiacciai
Il rapporto prevede che il livello del mare continuerà a salire inevitabilmente, tra 28 e 55 centimetri entro la fine del secolo rispetto ai livelli attuali. A lunghissimo termine, il livello del mare si alzerà tra i due e i tre metri nei prossimi 2000 anni se il riscaldamento globale resterà a 1,5 gradi, ma potrebbe superare i 20 metri con un innalzamento di 5 gradi. I ghiacciai di montagna e dei poli continueranno a sciogliersi per decenni o addirittura secoli. Insomma è “codice rosso per l’umanità”, avverte il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
Eventi senza precedenti se non si agisce subito
Le scelte del passato hanno ormai modificato il clima. Anche se rispetteremo gli accordi di Parigi e limiteremo il riscaldamento globale a +1,5 gradi, subiremo ondate di calore, siccità, nubifragi o inondazioni. “Sperimenteremo eventi senza precedenti, sia per la loro portata, la loro frequenza, il loro tempo o la loro posizione”, hanno osservato gli esperti, avvertendo che alcuni di questi fenomeni possono verificarsi contemporaneamente. Per Guterres “non possiamo permetterci di aspettare due, cinque o 10 anni” e per il vice presidente Ue responsabile dell’azione per il clima, Frans Timmermans. “c’è ancora tempo per prevenire i cambiamenti climatici incontrollati, ma solo se il mondo svilupperà politiche di emissioni zero di carbonio, solo se agiamo con decisione ora e agiamo tutti insieme”.
Nel 2030 potremmo già arrivare a +3 gradi
Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di Co2 sono state le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni. “Questo rapporto è un riscontro oggettivo – ha detto la copresidente del Gruppo di Lavoro I dell’Ipcc, Valérie Masson-Delmotte – essenziale per capire dove siamo diretti, cosa si può fare e come ci possiamo preparare”. Se non si inverte la rotta, denunciano i 234 scienziati dei 195 Paesi riuniti dal 26 luglio a porte chiuse per stilare il rapporto, nel 2030 potremmo arrivare a 3 gradi e nel 2.100 fino a 4. L’unica via di salvezza è dimezzare le emissioni inquinanti entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050. “I campanelli d’allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili – denuncia Guterres -, le emissioni di gas serra dovute alla combustione di combustibili fossili e alla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio immediato miliardi di persone”.