L’Italia riparte dalla scuola, perché il Recovery Plan disegnaiol domani del Paese.Così Mario Draghi ha spiegato perché la prima cabina di regia di verifica dei piani di attuazione del PNRR è stata dedicata a istruzione, formazione e ricerca. “Un segnale fortissimo”, lo ha definito il ministro Bianchi. Al centro soprattutto i giovani, con tre riforme su istituti professionali, istituti tecnici superiori (ITS) e orientamento che deve partire già delle scuole medie e accompagnare gli studenti lungo tutto i loro percorso scolastico. Infine, riorganizzazione dell’intero sistema didattico a cominciare dalle dimensioni degli istituti e del sovraffollamento delle classi, nuova didattica e dotazioni migliori come mense, palestre e laboratori.
Riformare la scuola contro la dispersione scolastica e la fuga di cervelli
“Formazione e ricerca – ha sottolineato Draghi – sono fondamentali per la crescita del nostro Paese: è utile andar fuori ma con la consapevolezza di poter riportare dentro il proprio bagaglio”. Restituire dignità al mestiere degli insegnanti, quindi, tra gli obiettivi prioritari di questo Governo, attraverso nuove forme di reclutamento e garanzie di una formazione, iniziale e continua. Importanza anche agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, fondamentali per il superamento del gender gap e per i quali sono stati previsti altri 3 Miliardi aggiuntivi. Circa 18 i miliardi totali da investire sulla formazione primaria e secondaria tra infrastrutture, fisiche e digitali (13 Miliardi) e potenziamento delle competenze (5.4 Miliardi), con particolare attenzione rivolta agli istituti che dovranno formare le nuove professionalità che i cambiamenti dei processi industriali richiedono. I bandi per i primi 5 Miliardi saranno pronti entro la fine dell’anno: 3 su asili nido e scuole di infanzia, 400 milioni per le mense, 300 per le palestre, 800 milioni per scuole nuove e 500 milioni per la messa in sicurezza del patrimonio scolastico.
Grandi filiere pubblico- private per unire ricerca e business
Riforme e investimenti anche per il settore della ricerca, all’insegna della semplificazione, mobilità, recupero dei gap di genere e generazionali, superamento dei divari territoriali, ma soprattutto merito, garantito dalla valutazione dei progetti da parte di autorità esterne. “Terzietà e trasparenza”, i principi cardine delle riforme previste come ha, infatti, sottolineato Draghi in conferenza stampa. Punto focale dei cambiamenti previsti sarà la creazione di grandi filiere che uniscano ricerca e business, a partecipazione mista, pubblico-privata, che facciano crescere e diano respiro internazionale ai centri di ricerca già esistenti. 6 i Miliardi previsti da investire in progetti che saranno valutati soprattutto sotto i profili della qualità, fattibilità e sostenibilità nel lungo termine. Pronti 5 bandi entro il 2021, per un totale di 60 progetti complessivi che creino massa critica e aumentino l’impatto della ricerca.