Accordo UNHCR e Sant’Egidio, corridoi umanitari esemplari

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A Ginevra l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha firmato un accordo quadro di cooperazione globale nelle aree di crisi, per affrontare situazioni di rilevanza globale e regionale e per prevenire e rispondere alle emergenze dei rifugiati, con il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. L’accordo verte principalmente a rafforzare la reciproca collaborazione per quanto riguarda i Corridoi Umanitari, che permetta l’arrivo sicuro e regolare dei rifugiati in Europa, unica via per evitare le stragi dei barconi e stroncare il traffico di esseri umani. “In tanti anni di cooperazione – ha commentato il professor Marco Impagliazzo – abbiamo verificato la complementarietà tra Sant’Egidio e UNHCR e scoperto concretamente che lavorare insieme ci rende più efficaci. I corridoi Umanitari, una best practice basata sulla società civile che promuove l’integrazione dei rifugiati, possono diventare un modello per tutta l’Unione Europea”.

Premio Nansen al progetto-pilota italiano

A fronte del dramma di un numero senza precedenti di persone costrette a fuggire in tutto il mondo, circa 80 milioni allo stato attuale, nel 2019 è stato riconosciuto dall’UNHCR il ruolo strategico dei Corridoi Umanitari, insignendoli con il Premio Nansen per la sezione Europa, in riconoscimento degli eccezionali risultati ottenuti nella protezione dei rifugiati, permettendo loro di ricostruire il proprio futuro in sicurezza e dignità senza dover rischiare la vita in viaggi rischiosissimi. Un premio che viene dato ogni anno a “individui, gruppi o organizzazioni che si adoperano per offrire protezione a rifugiati, persone in fuga e apolidi andando ben al di là del loro semplice dovere”.

Come funzionano i Corridoi Umanitari

Dal 2015, l’Italia ha finora accolto 3.605 persone provenienti da Siria (70%), Eritrea (15%), Afghanistan, Somalia, Sud Sudan, Iraq e Yemen, per mezzo di questo strumento realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas, completamente autofinanziato e frutto di un Protocollo d’intesa con il Governo italiano. Le associazioni inviano sul posto dei volontari, che prendono contatti diretti con i rifugiati nei paesi interessati dal progetto, predispongono una lista di potenziali beneficiari da trasmettere alle autorità consolari italiane. Dopo il controllo da parte del Ministero dell’Interno, rilasciano dei visti umanitari con Validità Territoriale Limitata, validi dunque solo per l’Italia. Una volta arrivati in Italia, legalmente e in sicurezza, i profughi possono presentare domanda di asilo.

Mattarella: l’accoglienza un “dovere morale e giuridico”

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato di quest’anno, anche il presidente Mattarella ha voluto ricordare che «il diritto internazionale prevede protezione per coloro che sono costretti ad abbandonare la propria casa e il proprio Paese in ragione di conflitti, persecuzioni, condizioni climatiche, calamità naturali e carestie. Storie individuali e di popoli, anche geograficamente vicini, che fanno appello al nostro senso di solidarietà, ancorato ad alti doveri morali e giuridici”. Purtroppo, però, nel resto di Europa sono ancora pochi i Paesi che hanno seguito l’esempio italiano dei Corridoi: la Francia ha accolto 532 persone, di cui 530 dal Libano e 2 dalla Grecia, il Belgio 150 persone dal Libano e dalla Turchia e Andorra 16 persone dal Libano.