Libia: Esercito e forze di polizia sparano su donne, uomini e bambini migranti

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A shot of Armenian military soldiers training in a dry field

L’esercito spara sui migranti che manifestavano pacificamente davanti alla sede dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e li trascina nei centri di detenzione governativi. Sta succedendo in queste ore in Libia come denuncia un comunicato dell’Associazione per i diritti umani Baobab Experience. “Violenze perpetrate su individui davanti a quell’organizzazione concepita e pagata per proteggerli. Sembra fantascienza – si legge nella nota – ma è invece la quotidiana realtà di un paese che l’Italia si ostina a definire sicuro per decine di migliaia di migranti ridotti in schiavitù e vittime di violenza”.

Le notizie giunte ieri notte dalla Libia sono angoscianti, ma avvolte da un silenzio internazionale. L’esercito e le milizie del cosiddetto “Governo di Tripoli” hanno attaccato il pacifico presidio sotto la sede di UNHCR, nella capitale libica. L’azione di polizia è stata volta a sgomberare e deportare i rifugiati che da 100 giorni chiedevano aiuto, solidarietà e corridoi umanitari per proseguire il loro viaggio e lasciarsi alle spalle privazioni, violenze, torture e morte. Baobab Experience chiede che qualcuno risponda di quanto avvenuto stanotte e un immediato intervento delle istituzioni europee e delle Nazioni Unite per porre fine a questo abominio. “Bisogna fermare subito i finanziamenti alla cosiddetta Guardia Costiera Libica e alle milizie locali, organizzare un ponte aereo per portare in salvo le persone, aprire subito le frontiere. Ogni minuto perso è una macchia di indelebile vergogna per tutti noi: significa collaborare con i carnefici”.