Per ora il clima è di collaborazione, ma conti e proposte del Governo usciranno presto allo scoperto, sarà quello il momento per decidere se la riforma è quella attesa. È la sintesi della posizione dei sindacati che vedono nel confronto sulla previdenza un vero banco di prova per capire se l’attuale (o prossimo Governo) siano in grado di affrontare un tema di lunga gittata come la riforma del sistema pensionistico. Per i sindacati servono scelte incisive e un Governo che le approvi. Ossia certezze per non ritrovarsi dopo un anno di premesse e vertici con nulla tra le mani. Il timore viene incentivato anche dallo scenario politico attuale dove, – a parte gli impegni annunciati dal ministri del Lavoro Andrea Orlando, delle Finanze, Daniele Franco e dallo stesso presidente del Consiglio, Draghi -, il Governo dovrà affrontare l’onda d’urto dell’elezioni del capo dello Stato con tutti gli scenari possibili evocati in questi giorni, come un possibile cambio di maggioranza, o una crisi dell’esecutivo, con il premier Draghi che finora è stato il principale assertore di una radicale riforma previdenziale in senso contributivo e all’interno di rigoroso paletti finanziari.
Vertici e impegni
Durante il vertice di mercoledì, tuttavia i sindacati e il Governo hanno fatto dichiarazioni di principio all’unisono, come ad esempio: che i lavori non sono tutti uguali, che servono percorsi lavoratovi ridotti per alcune categorie, pensioni di garanzia per i giovani, riconoscimento del lavoro di cura per le donne, previdenza complementare.
Il ruolino di marcia ha inoltre date ravvicinate, con due prossimi appuntamenti il 20 gennaio e il 7 febbraio. Si discuterà in chiave tecnica di giovani, donne e flessibilità in uscita con una proiezione dei costi. Il cronoprogramma è stato concertato tra il ministro del lavoro, Andrea Orlando, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, Marco Leonardi, esperto di previdenza e consigliere di Palazzo Chigi, e i leader di Cgil, Cisl e Uil che si sono dichiarati fiduciosi per un dibattito a tutto campo.
Sindacati in attesa
Il clima è di inizio percorso – anche se di previdenza si parla dalla primavera 2021 tra tensioni, clamorose rotture e nuove aspettative – i commenti dei leader sindacali sono per un nuovo dialogo. “Abbiamo iniziato a entrare nel merito delle questioni e chiarito che nessuno pensa di cambiare il sistema contributivo”, evidenza PierPaolo Bombardieri, segretario della Uil, “ma bisogna intervenire sul alcuni aspetti del sistema, dai giovani alle donne, dalla flessibilità in uscita alla previdenza complementare e tenere in considerazione i lavori gravosi perché non tutti i lavori sono uguali. Ci misureremo dunque sulla compatibilità sociale e su quella economica”.
La Cisl di Luigi Sbarra chiede di superare “le rigidità ragionieristiche della Legge Fornero e a uscire anche dalla logica delle quote che hanno penalizzato le fasce deboli e precarie”. “L’obiettivo è cambiare”, sottolinea la Cisl, “e trasformare il sistema pensionistico, conferendo maggiore sostenibilità sociale, tanta inclusività soprattutto per giovani e donne, più flessibilità e stabilità”.
“Bisogna assicurare”, sollecita ancora Sbarra, “assegni dignitosi a ragazze e ragazzi incastrati in percorsi lavorativi frammentati ma anche riconoscere a chi ha dato il proprio contributo la libertà di uscire prima dal circuito produttivo, partendo dal presupposto che i lavori non sono tutti uguali”.
Anche per la Cgil il segno più importante rimane l’intenzione del Governo di confrontarsi. A parlare è il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli. “L’importante”, prosegue l’esponente della Cgil, “è che tutti i punti della nostra piattaforma saranno oggetto del confronto, anche se siamo consapevoli che esistono delle distanze, come già è emerso rispetto al tema del ricalcolo contributivo”.
“Abbiamo condiviso l’esigenza di completare il confronto in tempi utili rispetto alla definizione del prossimo Def”, aggiunge Roberto Ghiselli che puntualizza, “Ovviamente per noi quello che conta sarà il merito delle proposte del governo e a quel punto potremo dare un giudizio e valutare le nostre scelte”.
Cgil, Cisl e Uil, ecco proposte messe sul tavolo
Mercoledì è stata l’occasione per i sindacati di riepilogare ai ministri le richieste: pensioni di garanzia per i giovani, incentivi alle madri lavoratrici, con un uno sconto di almeno un anno di contributi per figlio, riconoscimento previdenziale del lavoro di cura, sostegno alla previdenza complementare, estensione e conferma strutturale dell’Ape sociale. Per tutti, poi, il riconoscere la libertà di uscire dal mercato del lavoro a partire da 62 anni o 41 di contributi.