La lotta ai cambiamenti climatici sembrava momentaneamente uscita di scena, adombrata dal conflitto russo-ucraino, che, invece, per le note conseguenze geopolitiche, ha finito per riportare alla ribalta l’urgenza delle alternative energetiche alle fonti fossili e l’indipendenza da Paesi stranieri. “L’aggressione russa all’Ucraina ha creato instabilità nei mercati energetici, colpito le economie mondiali con l’aumento dei prezzi e minacciato i Paesi più vulnerabili dal punto di vista della sicurezza alimentare”, ha ricordato Joe Biden al Mef (Major Economies Forum on Energy and Climate), che ha visto la partecipazione dei leader delle maggiori economie mondiali in vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima, COP27, di novembre. 23 i Paesi presenti, Cina inclusa, ma India assente. Rilanciare la sicurezza energetica e quella alimentare e affrontare la crisi climatica, ha sottolineato Biden, con la guerra sono diventate azioni “ancora più urgenti” di prima.
Le proposte USA
Il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato una serie di iniziative, tra le quali la riduzione delle fughe di metano nell’estrazione di gas e petrolio, con il loro riutilizzo, l’aumento delle auto a zeroemissioni, la decarbonizzazione delle navigazioni marittime, l’accelerazione dell’immissione sul mercato di nuove tecnologie per affrancarsi dai combustibili fossili e la transizione verso l’energia pulita, una maggiore efficienza dei fertilizzanti e la riduzione delle emissioni in agricoltura, aumentando allo stesso tempo la sicurezza alimentare. “Non possiamo permetterci di farci sfuggire questi obiettivi”, ha detto Biden, invitando i Paesi che ancora non hanno aderito all’impegno globale per contrastare i cambiamenti climatici a unirsi allo sforzo collettivo.
Biden ha anche annunciato una nuova iniziativa globale incentrata sulla raccolta di 90 miliardi di dollari per sviluppare nuove tecnologie pulite per la decarbonizzazione. Gli Stati Uniti vi concorreranno con 21,5 miliardi di dollari, con fondi già approvati nella legge bipartisan sulle infrastrutture.
Le reazioni della UE
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito l’impegno dell’Unione ad avere “veicoli a emissioni zero ed entro il 2035. Tutte le nuove auto e furgoni in Europa avranno emissioni zero. Questo ci metterà saldamente sulla strada della neutralità climatica”. “Sono lieta di annunciare il sostegno dell’Unione europea – ha aggiunto – a tutte e cinque le iniziative proposte dai nostri amici statunitensi. Sul metano, da quando la Ue ha lanciato insieme agli Stati Uniti il Global Methane Pledge, abbiamo proposto una nuova legislazione volta a ridurre le emissioni di metano lungo l’intera catena di approvvigionamento di petrolio, gas e carbone. Invito tutte le principali economie a fare piani nazionali appropriati”.
Primo passo eliminare la pratica del flaring
Il comune percorso si concentrerà, dunque, sull’eliminazione del flaring di routine nelle operazioni di estrazione dei combustibili fossili, per concentrarsi sui modi per ridurre l’inquinamento da metano, il potente gas serra circa 80 volte più potente dell’anidride carbonica. Il flaring consiste nel bruciare senza recupero energetico il gas naturale in eccesso estratto insieme al petrolio perchè è troppo costoso costruire infrastrutture adeguate per trasportarlo nei luoghi di consumo. Il gas combusto genera la tipica fiamma sopra le torri petrolifere.