Biden: dobbiamo vincere la gara con le autocrazie    

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“È in corso una gara fra autocrazie e democrazie e noi dobbiamo avere successo”. Lo dice Biden in apertura del vertice Nato: “La sicurezza transatlantica è la miglior arma che abbiamo per sconfiggere Putin. La Nato è minacciata e rafforzerà le sue posizioni davanti a queste minacce che vengono da est e da sud”, ha detto il presidente americano, che ha accusato Vladimir Putin di voler cancellare “la cultura e il popolo dell’Ucraina”, che sta, invece, battendosi “in modo più valoroso di quanto si fosse pensato”.

 

Un vertice che segna un cambiamento epocale, ha detto il Segretario Generale in avvio dei lavori che termineranno questa sera, perché si approverà lo ‘Strategic Concept’, lo schema che la Nato adotterà per fronteggiare “un mondo più pericoloso e incerto”. L’aggressione russa dell’Ucraina, ha detto Stoltenberg, è “una brutalità che in Europa non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale”.

Per questo la Nato rafforzerà la presenza militare sul suo fianco orientale, oltre a soddisfare la richiesta della Spagna di non ignorare le minacce ai margini meridionali dell’Alleanza, in particolare da aree africane instabili come il Sahel. “L’approccio è a 360 gradi, non c’è più la contrapposizione fra est e sud – spiegano fonti diplomatiche – Tutti i temi di crisi sono collegati tra loro, l’instabilità, il terrorismo, le migrazioni, l’insicurezza alimentare provocata dalla Russia, i cambiamenti climatici”.

Il vertice dovrebbe ufficializzare il potenziamento della sua forza di reazione rapida da circa 40mila a 300mila soldati, ma gli Alleati discuteranno anche di come rispondere alla crescente influenza di Russia e Cina nel “vicinato meridionale” della Nato. “Siamo delusi perché (Pechino) non riesce a condannare l’attacco russo in Ucraina”, ha detto Stoltenberg, osservando che si è verificato piuttosto un avvicinamento fra i due Paesi. “La Cina, spande falsità”.

Draghi: “Nato più unita e più grande”. Sanzioni e armi fondamentali per pace

Subito dopo il G7, Draghi è ripartito per Madrid alla volta del vertice Nato. “Ci troviamo con una Ue più unita, una Nato più unita e più grande, tutti i Paesi limitrofi della Russia che cercano protezione, le cose non sono andate come voleva Putin”, ha detto il Premier.

 Ingresso Finlandia e Svezia nella Nato. Erdogann ribadisce le sue preoccupazioni

Al centro del vertice anche la richiesta da parte di Svezia e Finlandia di far parte dell’Alleanza. Nella prima giornata di ieri c’è stato, infatti, un vertice tra il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, il presidente finlandese, Sauli Niinisto, e la premier svedese, Magdalena Andersson, al quale ha preso parte anche il segretario generale della Nato. Obiettivo è superare il veto di Ankara che accusa i due Paesi nordici di sostenere le formazioni armate curde. “Non vogliamo parole vuote. Vogliamo risultati”, ha detto Erdogan. Stoltenberg, non promette nulla: “La richiesta di adesione di Svezia e Finlandia è una decisione storica, importante per la sicurezza di tutti i membri dell’alleanza atlantica, allo stesso tempo, dobbiamo assicurare che si tenga conto degli interessi di sicurezza di tutti gli alleati”.

Rincari, il prezzo della libertà. Basta dipendere da energia regimi autoritari

Il Segretario Generale si è detto consapevole degli effetti economici della guerra sui cittadini ma è il prezzo della libertà: “Noi sosteniamo l’Ucraina perché è nel nostro interesse:saremmo più insicuri se Putin vincesse questa guerra”. “La guerra in Ucraina” e “il modo in cui la Russia sta usando l’energia come arma, evidenziano la necessità di liberarci dal petrolio e dal gas russi. Quindi dobbiamo diversificare le nostre fonti o fornitori di energia”.

Cambio climatico minaccia anche sicurezza

A Madrid è stato affrontato anche il tema del cambiamento climatico, anch’esso “importante per la sicurezza, quindi importante per la Nato”, che  si impegnerà a ridurre entro il 2030 le emissioni del 45% e ad azzerarle entro il 2050. “Il cambiamento climatico rappresenta un serio rischio per tutti noi – ha detto il Segretario Generale -. Dall’estremo Nord al Sahel, è un moltiplicatore delle crisi, aumenta i fenomeni meteorologici estremi che devastano le comunità e alimentano tensioni e conflitti”.

La Nato “è determinata a fissare uno standard aureo nell’affrontare le implicazioni di sicurezza. Il cambiamento climatico è la sfida che definisce il nostro tempo”. “Dobbiamo ridurre l’impatto delle nostre attività militari sul clima. Abbiamo sviluppato la prima metodologia per misurare le emissioni di gas serra, civili e militari. Stabilisce cosa contare e come contare e sarà messo a disposizione di tutti gli alleati per aiutarli a ridurre le proprie emissioni militari”.