Nuova doccia fredda per le famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile per comprarsi casa. A giugno i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati al 2,37% (2,27 in maggio), mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,34% (8,25 nel mese precedente). Una pessima notizia, fa notare l’Unione Nazionale Consumatori, perché in un anno il Taeg è passato da 1,77 di giugno 2021 all’attuale 2,37, con un rialzo di 0,6 punti percentuali. Si tratta di un aumento medio pari a quasi 40 euro al mese, equivalente a oltre 476 euro all’anno e “la cosa preoccupante – commenta Massimiliano Dona, presidente dellUNC – è che la nuova politica monetaria della Bce non potrà che aggravare questa situazione”,
L’Italia divisa tra ricchi e poveri
A rilevare gli aumenti nella pubblicazione “Banche e moneta” è Bankitalia che solo il mese scorso nell’Indagine sui bilanci delle famiglie 2020 fotografava una Italia già spaccata tra ricchi e poveri, in cui la distribuzione del reddito si basa su profonde disparità e un alto livello di debito, con punte di ricchezza di pochi in aumento negli ultimi cinque anni. Il dato allarmante è che i nuovi indici, che misurano il livello di concentrazione del reddito nelle mani di una ristretta fascia di cittadini, segna addirittura il 39,5%, dove zero sarebbe la perfetta equità. Per la ricchezza si arriva al 68,2% e per famiglie indebitate al 21,3%. Bisogna anche fare i conti con il crollo del valore della casa, di cui ha pagato lo scotto principale il ceto medio, contribuendo ad allargare la forbice delle disparità in termini di ricchezza di 3 punti percentuali. Unica compensazione per i meno abbienti nell’anno della pandemia sono stati i trasferimenti pubblici, tramite il Reddito di cittadinanza e, in via occasionale, i diversi ristori anti-crisi oltre alla moratoria su mutui e prestiti concessa in via emergenziale in considerazione della crisi Covid.
A giugno aumentati prestiti a famiglie e imprese
Nonostante il rialzo dei tassi di interesse, secondo il report mensile della Banca di Italia a giugno i prestiti al settore privato, corretti sulla base della metodologia armonizzata concordata nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali, sono comunque cresciuti del 3,2% sui dodici mesi (3,1 nel mese precedente). In particolare, i prestiti alle famiglie sono aumentati del 4,1% sui dodici mesi (4,0% nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie del 2,6 (contro il 2,3% nel mese precedente).
Crescono utili e ricavi delle banche
È evidente che a giovarsene sono le banche che, infatti, si mostrano in ottima salute, con una crescita degli utili e dei ricavi. Secondo un Rapporto del Centro Studi Uilca Orietta Guerra, le dieci maggiori banche italiane nel primo semestre dell’anno hanno registrato una crescita complessiva del 5,5% dell’utile contabile, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 6,8 miliardi di euro. Anche gli assets bancari coinvolti nella guerra della Russia contro l’Ucraina, spiega la ricerca, non sembrano impattare sul raggiungimento degli obiettivi indicati nei rispettivi piani industriali. In aumento anche i ricavi che segnano + 3,9%. Anche se sul futuro si addensano le nubi provocate dall’inflazione e dall’incertezza della crescita economica. “In un contesto economico che si prospetta di recessione o di minore crescita attesa, si avranno sicuramente impatti anche sugli attori economici”, commenta Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca.