Grazie alla ripresa dell’economia il mercato digitale nel 2021 è tornato a crescere, addirittura del +2,1%. L’Italia, che nel 2017 occupava il 25° posto fra i 27 Paesi Ue nella graduatoria dell’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (Desi), ha superato 7 posizioni nell’edizione 2022 del Rapporto Anitec Assinform “Il digitale in Italia”. Un’accelerazione resa possibile anche grazie agli incentivi messi a disposizione dallo Stato, che andrebbero ancor più intensificati secondo il ministro del Mimit. “Poiché l’Italia è la terza economia dell’Ue, i progressi che il nostro Paese compirà nei prossimi anni nella trasformazione digitale saranno cruciali”, ha spiegato Urso, che ha aggiunto: “Le due transizioni [ecologica e digitale] viaggiano in maniera complementare ma di sicuro non raggiungeremo gli obiettivi previsti della transizione ecologica senza prima consolidare la digitalizzazione delle imprese. Aumentare l’efficienza nei processi, riutilizzare gli scarti, rafforzare la sicurezza sono solo alcuni dei benefici che la digitalizzazione porta alla sostenibilità”.
Un mercato che nel 2025 raggiungerà gli 87 miliardi di euro
Nei primi sei mesi del 2022, il mercato digitale ha fatto registrare un valore di 37.163 milioni di euro, con una crescita del 3% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Ad avere la crescita percentuale più sostenuta sono stati i settori dei Servizi ICT (+7,2%), spinti soprattutto dal mercato Cloud (+25,5%), e dei Contenuti e pubblicità digitale (+7,1%). L’unica eccezione è rappresentata dai Servizi di rete (-3,9%), in calo da alcuni anni, con il settore dei Dispositivi e Sistemi che non avrà sostanziali variazioni. Per quanto riguarda, invece, le previsioni per i prossimi anni, nel 2023 si stima un aumento del mercato digitale italiano migliorativo rispetto al 2022, con una crescita pari al 3% e un ammontare complessivo di 79.138 milioni di euro. Per i successivi anni si ipotizza un aumento più sostenuto: +4,8% nel 2024 e +5,3% nel 2025, con un mercato che nel 2025 potrebbe superare gli 87 miliardi di euro.
“Oltre all’impatto che l’adozione delle tecnologie ICT ha sull’organizzazione delle imprese – ha commentato Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT -, queste tecnologie stanno attivando nuovi modelli di business, nuovi concorrenti e nuovi mercati, e trasformando modalità di produzione e processi, con la diffusione di fenomeni come la robotizzazione, l’automazione e l’intelligenza artificiale. Un aspetto sempre più centrale nella vita dei singoli Stati è rappresentato dai rischi derivanti dagli attacchi informatici. Questo rende il tema della Cybersecurity ineludibile, e imprese e pubblica amministrazione si stanno attrezzando per farvi fronte”.
Fondamentale lo sviluppo della cybersecurity
La crescente digitalizzazione e la diffusione dello smart working sono state tra le concause dell’aumento degli attacchi informatici, imputabili anche all’esplosione del conflitto russo-ucraino. Aziende e Pubbliche amministrazioni ne sono particolarmente esposte e la sicurezza informatica è divenuta centrale nelle loro strategie. Il trend del mercato Cybersecurity risulta in forte espansione (+13,5% nel 2022, con una previsione di crescita media nel periodo 2021-2025 del 14%), mentre un ruolo importante per la difesa e la gestione degli attacchi lo avrà anche la normativa e la strategia di Cybersicurezza nazionale. “Aumentare l’offerta e la diffusione dei servizi digitali – ha detto Urso – è un elemento di inclusività imprescindibile e, in quanto tale, un diritto fondamentale per tutti i cittadini. È altrettanto evidente che la digitalizzazione dei processi rappresenta un fattore di rischio per la sicurezza aziendale a cui le vostre imprese produttive e le istituzioni forniscono adeguate tutele di cybersecurity all’altezza degli scenari odierni”.