L’Ucraina non è sola nell’inverno più duro

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Aiutare l’Ucraina ad affrontare il rigido inverno, senza luce e acqua in molte città, oltre a cominciare a gettare lo sguardo alla ricostruzione del Paese. Sono questi gli obiettivi della Conferenza internazionale di Parigi a sostegno della resistenza civile dell’Ucraina voluto da Macron e Biden, con la partecipazione di 48 tra i principali Paesi del mondo e 24 organizzazioni internazionali partner dell’Ucraina, inclusa Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea. Al centro dell’incontro la ricostruzione del Paese, l’invio tempestivo di materiale necessario e il ripristino delle reti di approvvigionamento. “Nonostante l’orrore dei crimini commessi dall’esercito russo a Irpin, Mariupol, Bucha, Izium e in tanti altri luoghi dell’Ucraina, il popolo ucraino continua a battersi con determinazione ammirevole per il proprio Paese e per la propria libertà. Voglio rendergli omaggio”. “L’Ucraina non è sola”. Così in apertura il presidente Macron.

Zelensky: “Servono 800 milioni per emergenza energia”

Il summit “ha permesso di raccogliere quasi un miliardo di euro in donazioni per aiutare la popolazione a trascorrere l’inverno in un Paese le cui infrastrutture sono state devastate dagli attacchi da parte dei russi”, ha annunciato la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, aggiungendo che “di questo miliardo di euro, 415 milioni saranno destinati al settore energetico, 25 milioni per l’acqua, 38 milioni per l’alimentazione, 17 milioni per la salute, 22 per i trasporti. Il resto è ancora da definire”.

Altro obiettivo raggiunto un maggiore coordinamento tra i donatori internazionali e la creazione di una piattaforma comune di coordinamento degli aiuti, che allarga il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea ad altri Stati e organismi internazionali. La ministra ha, infatti, confermato il lancio di questa nuova piattaforma, basata sul cosiddetto “meccanismo di Parigi”, e gestita in tempo reale dalla Commissione europea.

Appoggio di Biden al piano di pace di Kiev

La pace, però, purtroppo non sembra ancora vicina, “ma non dobbiamo mai disperare. Dobbiamo lavorare e fare di tutto affinché la Russia comprenda che non può continuare una guerra folle”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Parigi in rappresentanza dell’Italia.  “Credo che la Turchia, la Cina e gli Stati Uniti – ha aggiunto Tajani – debbano e possano fare ulteriori pressioni affinché cessi il fuoco e si cominci a discutere. Un primo tentativo potrebbe essere quello di trovare una soluzione per la centrale di Zaporizhzhia. Vedremo se i russi ne vorranno discutere, con un atto di buona volontà”.
Dal canto suo il leader ucraino Zelensky già all’ultimo G7 aveva rinnovato la richiesta di altre armi e di circa due miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas per l’inverno, proponendo poi un “summit mondiale sulla pace” in cui discutere i “dieci punti chiari e realistici” del piano presentato da Kiev al G20 di novembre, fondato tra le altre cose sulla “integrità territoriale dell’Ucraina e sulla sua sicurezza energetica, alimentare e nucleare “. Un piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti. Joe Biden, ha fatto sapere la Casa Bianca, ha “accolto con favore la sua dichiarata apertura ad una pace giusta basata sui principi fondamentali racchiusi nella carta dell’Onu”.