Hong Kong: La Disney autocensura un episodio de “I Simpson” con riferimenti ai “lavori forzati” in Cina

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Un episodio de “I Simpson” che fa riferimento al “lavoro forzato” in Cina è stato tagliato dal servizio di streaming della Disney a Hong Kong , dove una legge sulla sicurezza nazionale ha sollevato crescenti preoccupazioni sulla censura. Hong Kong è una ex colonia britannica a cui era stato promesso un alto grado di autonomia quando tornò sotto il dominio cinese nel 1997 L’episodio incriminato è “One Angry Lisa”, il secondo della stagione in corso. In una scena, l’istruttore di un corso per realtà virtuale, mostra al personaggio Marge Simpson le immagini della Grande Muraglia cinese dicendo: “Ecco le meraviglie della Cina: miniere di bitcoin, campi di lavoro forzato dove i bambini fabbricano smartphone”.

Il governo cinese nega le accuse di lavoro forzato, così come quelle secondo cui le libertà di Hong Kong siano state erose dalla legge sulla sicurezza nazionale, che Pechino ha imposto nel 2020 e che ritiene necessaria per ripristinare la stabilità dopo mesi di proteste antigovernative. Non è il primo episodio dei “Simpson” con riferimenti poco lusinghieri nei confronti della Cina che viene censurato da Hong Kong. Nel 2005 la serie televisiva aveva preso di mira la repressione di Piazza Tiananmen del 1989.

La Disney ha rifiutato di commentare pubblicamente. Un portavoce del governo di Hong Kong ha dichiarato che l’ordinanza sulla censura dei film, modificata nel 2021 per consentire ai funzionari di vietare i film ritenuti “contrari” agli interessi di sicurezza nazionale, non si applica ai servizi di streaming.

I quattro reati previsti dalla legge sulla sicurezza nazionale – sovversione, secessione, terrorismo e collusione con forze straniere – e le relative pene sono stati chiaramente definiti. La Disney ha una serie di interessi commerciali in Cina, incluso un parco a tema a Hong Kong. La società potrebbe aver rimosso qualsiasi immagine o narrazione potenzialmente offensiva dai suoi prodotti per proteggere i propri interessi in Cina.