Scafisti, fermezza nella direzione giusta

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Attualità
  • Tempo di lettura:3 minuti di lettura
Al momento stai visualizzando Scafisti, fermezza nella direzione giusta

Appena insediato, il Governo sembrava aver identificato nelle ONG l’obiettivo principale della sua strategia di contrasto all’immigrazione clandestina. Qualche anomalia nel comportamento di alcune Ong c’era stata. Ma certamente non era nell’operato di queste organizzazioni il vero nodo del problema. Tanto è vero che le nuove norme sulle Ong non hanno frenato l’arrivo di irregolari e-purtroppo- non hanno eliminato le tragedie del mare. Quella di Cutro è stato un elettroshock che ha indotto il presidente del Consiglio a imprimere un’accelerazione nella direzione giusta: inasprire le pene per gli scafisti.

La Discussione (https://ladiscussione.com/228134/attualita/41bis-per-gli-scafisti-immigrazione-clandestina-e-tratta-di-persone/) aveva insistito su questa linea. Anche perchè tutti parlano di tratta di esseri umani (sanzionata duramente  dall’articolo 601 del Codice Penale per cui è previsto anche il 41 bis) mentre poi i magistrati perseguono gli scafisti per il mite reato dei favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione).

Il governo ha istituito un nuovo reato con pene finalmente severissime e ha esteso la sua giurisdizione penale anche su reati commessi fuori dal territorio nazionale: se la condotta è diretta a procurare l’ ingresso illegale nel territorio dello Stato, il reato è punito secondo la legge italiana, anche quando la morte e le lesioni si verificano fuori dal territorio italiano.

Un chiarimento sarebbe necessario in proposito: se lo scafista, ultimo anello della catena, catturato e processato in Italia rivela la rete dell’organizzazione che si trova ramificata in vari Paesi l’Italia potrà e riuscirà a perseguire  i mercanti di morte che operano da altri Stati?

Parallelamente alla linea dura contro gli scafisti si torna finalmente a riprogrammare e ad ampliare  i flussi per gli arrivi legali di migranti economici  e si punta ad un’ attività di comunicazione per spiegare che non conviene provare a venire illegalmente in Italia perchè ci sono vie “normali”.

Ma rimane il problema dei migranti non economici ma che hanno la qualifica di profughi e  che sono l’anello debole di questo mostruoso ingranaggio. Per queste persone  bisognerebbe lavorare sui corridoi umanitari e intensificarne la costruzione in collaborazione anche con associazioni del terzo settore che sono molto attive in questo settore.