Dallo spazio una rivoluzione per la ricerca sulle staminali

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La ricerca scientifica mette a segno una altra vittoria che potrebbe rivoluzionare il mondo della salute. Secondo i ricercatori ci sono buone probabilità che le cellule staminali possano essere prodotte in modo più efficiente in un ambiente di microgravità. Per testare empiricamente questa tesi, gli scienziati del Cedars-Sinai Hospital in California hanno stretto una partnership con la società privata Axiom Space per sperimentare la produzione di cellule staminali a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il carico iniziale necessario per gli esperimenti, che dureranno due anni, sarà consegnato al volo spaziale Axiom Mission 2, il cui lancio è previsto per il 9 maggio prossimo. 

Le cellule staminali i “mattoni della vita”

Le cellule staminali sono spesso considerate come “mattoni della vita”. Subito dopo la formazione dell’embrione, queste iniziano a dividersi e a maturare o a differenziarsi in ogni altra cellula e organo del corpo umano. La ricerca ha stabilito che alcune cellule staminali possono contribuire alla guarigione da varie patologie ma la speranza è che il potenziale di ringiovanimento delle cellule ci permetta un giorno di trattare una più vasta gamma di problemi. Siamo, però, ancora agli inizi delle sperimentazioni e gli ostacoli che si incontrano sono molti. Uno di questi è rappresentato dalle risorse necessarie per far crescere in laboratorio un lotto sano e consistente di cellule staminali. Una soluzione, dunque, potrebbe venire proprio dallo spazio.

Già avviate alcune pre-sperimentazioni

Alcune ricerche hanno suggerito che la microgravità che si trova nello spazio favorisce meglio le condizioni in cui le cellule staminali riescono a moltiplicarsi in maniera naturale rispetto a quelle in laboratorio. La speranza è che siano anche più sane rispetto a quelle cresciute sulla Terra. Infine, l’osservazione di questo processo in assenza di gravità potrebbe aiutarci a capire meglio il loro funzionamento interno, compreso il modo in cui possono trasformarsi in cancerose.

Il team del Cedars-Sinai Hospital ha già inviato per brevi periodi campioni di cellule staminali sulla Stazione Spaziale Internazionale, comprese le cellule staminali “pluripotenti” indotte (iPSC), che derivano da cellule adulte che possono poi trasformarsi in qualsiasi altra cellula. Queste sono molto potenti perché possono essere ottenute da un piccolo campione di pelle o di sangue attraverso un processo chiamato “riprogrammazione”, che richiede poche settimane. 

Per il team del Cedars-Sinai, questa sarà la prima di tre missioni previste nei prossimi due anni. Durante il viaggio, gli scienziati esamineranno se il volo spaziale modifica o migliora la produzione di riprogrammazione delle iPSC, nonché la loro capacità di dividersi e differenziarsi. Se questi e altri esperimenti sulle cellule staminali si riveleranno fruttuosi, lo spazio potrebbe diventare una parte cruciale di questa ricerca.

“Se riusciremo a dimostrare che le cellule staminali possono essere coltivate o prodotte meglio in orbita, potremmo essere in grado di aumentare la nostra produzione per ulteriori applicazioni accademiche e commerciali/industriali”, ha dichiarato Arun Sharma, co-ricercatore principale, PhD e biologo delle cellule staminali presso il Board of Governors Regenerative Medicine Institute e lo Smidt Heart Institute del Cedars-Sinai.