Flessibile, sostenibile e in smart working il lavoro sognato dalla Generazione Z

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Secondo una recente indagine condotta dall’Istituto di Ricerca sulle Politiche Giovanili e realizzata in occasione del Primo Maggio dalla community Webboh sulla Generazione Z, per i giovani di oggi non esiste più un lavoro ideale, ma piuttosto un ideale di lavoro. Un insieme di aspettative e desideri che riguardano non solo il lavoro in sé, ma anche l’ambiente in cui si svolge e la sua compatibilità con la propria vita privata. Webboh che ha realizzato il report, è la community italiana di riferimento della generazione Z, affermatasi velocemente grazie alla capacità di intercettare gli interessi e i linguaggi dei più giovani. Il mondo dei creator, tiktoker, youtuber e streamer, oggi veri e propri idoli dei teenager e degli under 25.

In linea con i propri interessi e conciliante con la vita privata

È la Generazione Z il nuovo target che i brand di successo inseguono e che i marketers cercano di conquistare. Giovanissimi che prediligono temi generalmente considerati di nicchia e che hanno aspettative altissime, soprattutto quando si parla di tecnologia, e che per questo rappresentano una vera e propria sfida per l’intera economia. L’indagine ha coinvolto un campione di circa seimila utenti, compresi tra gli 13 e i 19 anni, rilevando che solo il 24% di loro ha un’idea precisa di quale occupazione vorrebbe fare, mentre il 76% cerca qualcosa che sia in linea con i propri interessi. La flessibilità è uno degli elementi più importanti per i giovani di oggi, che vogliono poter conciliare mansioni con gli impegni personali e avere la possibilità di lavorare in modalità smart working. Infatti, il 63% dei giovani intervistati dichiara che la flessibilità oraria è uno dei fattori principali nella scelta lavorativa.

Deve essere utile socialmente e eco sostenibile

Ma non solo. Per i giovani di oggi la futura professione deve avere un forte impatto sociale e ambientale. Il 42% di loro cerca una occupazione che abbia un valore aggiunto per la società, esercitando in ambito sostenibile o per il bene comune. Ciò non significa che i ragazzi siano disinteressati al guadagno, il 58% dichiara, infatti, che la remunerazione è un fattore importante nella scelta lavorativa, ma non più, come un tempo, il fattore predominante. Da questa indagine si evince dunque, come l’idea del lavoro stia vivendo alcuni significativi mutamenti di paradigma e si vadano sempre più affermando, insieme ai fattori di anti precarizzazione, quelli di fluidità esistenziale, di appagamento e riconoscimento personale, di rispetto dell’individuo e dei suoi livelli di benessere personale e familiare.