Confrontando i dati sull’occupazione di gennaio di quest’anno con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente, l’Inps rileva un trend positivo che non sembra arrestarsi nonostante le numerose congiunture avverse, come l’inflazione e il caro vita. Per la prima volta sono proprio i contratti di assunzione a tempo indeterminato a fare la parte del leone, invece dei soliti contratti atipici, più precari, che anzi sembrano in controtendenza. Segnano un incremento del saldo i contratti a tempo indeterminato (+376.000), a tempo determinato (+18.000) e quelli di apprendistato (+21.000). Positivo anche il saldo dei contratti stagionali (+8.000) e dei contratti di lavoro somministrato a tempo indeterminato (+24.000). In flessione il saldo dei contratti somministrati a termine (-41.000). Meno bene, anche se di misura, le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi due mesi del 2023, in tutto 1.232.000, in lievissimo calo rispetto allo stesso periodo del 2022 (-1 per cento).
-4% le cessazioni dei contratti
Tra i dati positivi pubblicati dall’Osservatorio Inps sul precariato ci sono le 174.000 trasformazioni da tempo determinato nei primi due mesi del 2023, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+9 per cento). In calo, invece, le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo (19.000, -9% rispetto all’anno precedente), compensate, però, dal numero delle cessazioni del mese di gennaio e febbraio, nel complesso 936.000, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-4 per cento). In particolare, le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato sono diminuite del 12%, dei contratti in apprendistato del 6%, dei contratti in somministrazione del 5%. In aumento invece le cessazioni dei contratti intermittenti (+8 per cento) e dei contratti a tempo determinato (+1 per cento). Sostanzialmente stabili quelle dei contratti stagionali.
Le assunzioni agevolate solo un sesto del totale
Le assunzioni agevolate da incentivi nel primo bimestre 2023 sono state circa 210.000, pari a un sesto delle assunzioni totali. Tra gli incentivi più utilizzati appare la “Decontribuzione Sud”, per la sua estensione e pratica assenza di requisiti particolari di accesso. La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di prestazione occasionale (Cpo) a febbraio 2023 si attesta intorno alle 13.000 unità, in aumento del 2% rispetto allo stesso mese del 2022; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione risulta pari a 244 euro. I lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a febbraio 2023 risultano circa 12.000, in diminuzione del -2% rispetto allo stesso mese del 2022, e l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione risulta pari a 178 euro.
Domanda e offerta. Piattaforma nazionale
Tra le politiche del lavoro che potrebbero concorrere a stabilizzare il trend, oltre al taglio del cuneo fiscale, si può annoverare la piattaforma digitale per facilitare l’incrocio, sul piano nazionale, della domanda e offerta, per la quale andrebbero serrati i tempi di realizzazione. Il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl), previsto dal Decreto lavoro, realizzato dall’Inps e gestito dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, ha “l’obiettivo di agevolare la ricerca del lavoro, l’individuazione di attività di formazione, il rafforzamento delle competenze e la partecipazione a progetti utili per la collettività, tenendo conto delle esperienze formative e delle competenze professionali pregresse del beneficiario, nonché della disponibilità di offerte di lavoro, corsi di formazione e ogni altro genere di intervento di politica attiva”. Lo ha dichiarato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, rispondendo ieri a un question time al Senato sull’argomento, anche se è un progetto al quale il dicastero di sua competenza lavora da tempo, senza che ancora si sia mai compiutamente realizzato.