La salute del Pianeta peggiora e i primi a risentirne sono i terreni coltivabili. La superficie fertile sta rapidamente scomparendo perché il 60 e il 70% dei suoli nell’area Ue sono insalubri, senza contare che ogni anno un miliardo di tonnellate di suolo è portato via dall’erosione. Un degrado che tra l’altro costa oltre 50 miliardi di euro all’anno. Per questo la settimana scorsa la Commissione europea ha adottato un nuovo pacchetto di misure per un uso sostenibile delle principali risorse naturali, destinato anche a rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari e dell’agricoltura. Due anni con il Fit for 55 è stato posto il primo pilastro climatico del Green Deal europeo, con queste nuove proposte, sul ripristino della natura e la riduzione dei pesticidi chimici, ne è stato fissato un altro. Allo stato attuale si tratta solo di proposte che dovranno essere discusse dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria.
L’obiettivo finale è ottenere suoli sani entro il 2050 e il primo passo da compiere è un monitoraggio completo e coerente che combini i dati di campionamento del suolo dell’indagine LUCAS (Land Use and Coverage Area Frame Survey) della UE con i dati satellitari di Copernicus e i dati nazionali e dei privati. Con questi dati, attraverso l’innovazione, andranno trovate le soluzioni tecnologiche e organizzative nelle pratiche agricole che aiutino gli agricoltori ad attuare metodi di trattamento più appropriati, che aumentino la fertilità del suolo e le rese ma riducendo al minimo il consumo di acqua e nutrienti. Avere queste informazioni, poi, permetterà una migliore comprensione delle tendenze in materia di siccità, ritenzione idrica ed erosione, rafforzando la prevenzione e la gestione dei disastri. “L’innovazione è parte integrante del nostro programma di sostenibilità Green Deal – ha spiegato Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare – in particolare nel settore alimentare. Vogliamo dare ai nostri agricoltori gli strumenti per produrre alimenti sani e sicuri, adattati alle nostre mutevoli condizioni climatiche e nel rispetto del nostro Pianeta. Ciò include nuove norme sull’uso di nuove tecniche genomiche e norme modernizzate su piante e sementi forestali per promuovere la diversità, le pratiche sostenibili, la sicurezza alimentare e stimolare la competitività dell’UE”.
In particolare le nuove tecniche genomiche (NGT), che intervengono sul genoma di un organismo, consentiranno di sviluppare varietà vegetali migliorate, che sono resilienti ai cambiamenti climatici, resistenti agli organismi nocivi, richiedono meno fertilizzanti e pesticidi e possono garantire rese più elevate, contribuendo a dimezzare l’uso e il rischio dei pesticidi chimici e riducendo la dipendenza dell’UE dalle importazioni agricole. Queste nuove norme garantiranno, dunque, benefici economici, sociali, sanitari e ambientali a lungo termine per tutti, contribuendo alla prosperità delle zone rurali, alla sicurezza alimentare e a una bioeconomia resiliente e prospera. Ma ciò sarà possibile solo se gli Stati membri faranno fronte ai rischi inaccettabili per la salute umana e per l’ambiente dovuti alla contaminazione dei suoli, ispirandosi al principio del “chi inquina paga”. Ciascuno dovrà individuare, studiare, valutare e bonificare i siti contaminati.
Anche lo spreco alimentare concorre al sovra-sfruttamento del suolo. Per accelerare i progressi al contrasto del fenomeno, la Commissione propone che entro il 2030 gli Stati membri riducano gli sprechi alimentari del 10% a livello di trasformazione e produzione di alimenti e del 30 % (pro capite) complessivamente a livello di vendite al dettaglio e consumo (ristoranti, servizi di ristorazione e famiglie).