Approvato da parte della Giunta del Comune di Roma l’aggiornamento del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima, strumento con cui i Comuni definiscono i propri obiettivi e impegni sul clima come previsto dal Patto dei Sindaci della Commissione europea. Il nuovo PAESC, redatto anche col supporto scientifico di Enea, Gse e Ispra, presenta una revisione dell’andamento delle emissioni, l’integrazione delle azioni previste e una revisione del target di riduzione delle emissioni. Il documento ridefinisce la curva di riduzione delle emissioni coerente con l’obiettivo di fermare entro 1,5 gradi l’aumento medio della temperatura globale entro questo secolo, come previsto dall’Accordo di Parigi. Le aree urbane come Roma saranno decisive nell’impegno globale sul clima: è proprio nei centri urbani che si concentra la maggiore produzione di emissioni. “Il nuovo Piano Clima di Roma riduce le emissioni rispetto a quello del 2021 e porta le riduzioni delle emissioni da poco più del 50% al 66% rispetto ai dati del 2003, entro il 2030. Roma fa la sua parte nella lotta ai cambiamenti climatici e lo fa con interventi concreti di rinnovo, rigenerazione e cambiamento di abitudini. Realizzeremo tutte le azioni individuate per arrivare a questo obiettivo, dalle comunità energetiche all’efficientamento degli immobili, passando per il piano rifiuti. Lo dobbiamo alla nostra città e alle future generazioni, perché la crisi climatica è una realtà” ha sottolineato il Sindaco Gualtieri. La revisione del Paesc è il primo passo del percorso di impegno sul clima che l’amministrazione ha intrapreso all’interno della Mission 100 Neutral-climate and smart cities by 2030, in cui Roma è stata selezionata dalla Commissione europea. Il nuovo documento andrà ora al vaglio dell’Assemblea capitolina per l’approvazione definitiva.
Calo delle emissioni
Le analisi che riguardano Roma evidenziano il calo costante delle emissioni dall’inizio del nuovo secolo, che si sono ridotte del 35% rispetto al 2003 e dell’11% rispetto al 2015, passando da 12,905 milioni nel 2003 a 8,411 milioni di tonnellate di C02 nel 2019. È stato preso a riferimento il 2019, in quanto ultimo anno pre-pandemia che consente di avere un quadro completo dell’andamento nei diversi settori, tenendo sempre conto del fatto che quasi il 90% delle emissioni è legato ai consumi degli edifici e dei trasporti. Dal 2003 le emissioni a Roma si sono ridotte del 34,8% a fronte di un aumento del Pil del 29,5%, a dimostrazione di come nella sfida climatica si possano tenere assieme obiettivi ambientali e di sviluppo. L’obiettivo al 2030 è di fare della transizione energetica un volano di innovazione nei diversi settori e di creazione di nuovo lavoro attraverso investimenti nella produzione e condivisione di energia da fonti rinnovabili, nella mobilità sostenibile, nell’economia circolare, nella forestazione urbana, per dimostrare che oggi è possibile sviluppare tecnologie e modelli di intervento replicabili e a costi sempre più bassi da esportare in ogni parte del mondo