Si chiama “sistema soldato sicuro”, sostituisce il “soldato futuro” ed è insieme di protezioni, dotazioni di sicurezza e “incremento delle capacità di sopravvivenza, comando e controllo, mobilità notturna e letalità.” Nei prossimi anni potrebbero arrivare anche le implementazioni per il monitoraggio della salute in tempo reale con anche supporto psicologico in Metaverso. Il sistema, secondo il Ministero della Difesa, “consente, tramite i dispositivi digitalizzati, l’impiego interforze della piattaforma, assicurando la massima operatività in tutti gli scenari, dal combattimento al supporto alla popolazione, rimanendo sempre connesso all’architettura net-centrica.”
Consegnati primi kit
“Soldato sicuro” è una dotazione individuale da combattimento richiesto dall’Esercito per restare al passo con gli standard di altri paesi. La fornitura totale riguarda circa 69mila kit, tanti quanti sono i militari italiani operativi: elmetto, giubbetto antiproiettile, visore notturno, armi e strumenti di comunicazione, ad un costo stimato di oltre 1,6 miliardi di euro. I primi kit, prodotti dal consorzio Leonardo-Beretta sono già in consegna. Leonardo fornisce gli equipaggiamenti relativi alle componenti “protezione” e “c4 istar” e “mobilità notturna” che afferiscono alle categorie di comando, controllo, comunicazione e intelligence. La Pietro Beretta Spa fornisce, invece, le armi relative alle componenti “sopravvivenza” e “letalità.” I primi 532 milioni di euro del 2019 sono stati finanziati mediante la Legge di bilancio e prevedono 19.771 kit in 8 anni, fino al 2027. L’obiettivo è quello di raggiungere lo standard cosiddetto Nec – Network Enabled Capability (abilitare la capacità di rete). Che significa trasformare ogni unità attiva in un nodo inter-attivo in grado di tenersi sempre in rete.
Healthy Soldier
Il professor David Della Morte Canosci, docente di medicina interna all’Università di Roma – Tor Vergata, durante una recente audizione alla Commissione Difesa della Camera, ha spiegato anche le funzioni della componente “salute” del sistema “soldato sicuro” che, però a quanto ha rivelato, “sarebbe in ritardo.” Il docente ha spiegato come si progetta di monitorare, in tempo reale, lo stato di salute del soldato in azione e contemporaneamente fornire un supporto psicologico e nutrizionale personalizzato. I parametri che possono essere misurati sono: la saturazione dell’ossigeno, il cortisolo, la glicemia e la temperatura. “Se questi parametri vengono immessi in un sistema di algoritmo”, ha spiegato il docente, “noi possiamo arrivare a conoscere, in real time, il 98 per cento dello stato di salute del nostro soldato.” A questo punto si può fare prevenzione della salute e con la gestione dei dati complessivi lavorare per finalità estese anche ad altri gruppi di popolazione. La “sanità militare”, ha spiegato Della Morte, può essere applicata, ad esempio, agli anziani per la prevenzione e la cura a distanza e quindi ridurre i costi della Sanità nazionale.
Healthy Soldier funziona attraverso sensori ottici e chimici che indosserebbe il soldato, posizionati all’interno di maglie delle dotazioni di tute e vestiario, e che inviano segnali in tempo reale a uno staff medico di controllo. L’Istituto di Biomedicina sperimentale della Difesa ha già sperimentato una tecnologia per collocare i sensori ottici e chimici nel vestiario e nelle tute. Mentre per il supporto psicologico, soprattutto dei contingenti all’estero, si sta sperimentando l’utilizzo del Metaverso dove si accede in modo criptato e si realizzano gli incontri con lo psicoterapeuta o anche con i famigliari del soldato. Infine il cibo, la “reazione K” verrebbe integrata con barrette che contengono “dei veri e propri piatti completamente disidratati e quindi facilmente trasportabili perché il peso di un piatto viene ridotto a circa il 20 per cento. Tra l’altro la reazione è personalizzata in base alle esigenze nutrizionali del soldato”.