La Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia inviando, a Roma, una formale lettera di costituzione in mora (INFR (2023) 2181) per non aver attuato le misure richieste dalla “Direttiva Habitat” volta a monitorare e prevenire le catture di cetacei, tartarughe e uccelli marini da parte dei pescherecci. Il Green Deal europeo e la Strategia sulla Biodiversità per il 2030 indicano che è fondamentale per l’Ue “arrestare la perdita di biodiversità, proteggendo e ripristinando la biodiversità”. Nella decisione pubblicata dalla Commissione si legge: “L’Italia non ha istituito un sistema per monitorare la cattura accidentale e l’uccisione di specie protette, come il delfino Tursiope e la tartaruga Caretta-caretta, entrambi rigorosamente protetti dalla Direttiva Habitat”. Inoltre, “l’Italia non ha condotto ulteriori ricerche e adottato misure di conservazione per garantire che le catture e le uccisioni accidentali non abbiano un impatto negativo significativo sulla popolazione delle specie protette”. Per la Commissione “l’Italia non ha adottato misure adeguate a evitare il disturbo significativo di diverse specie marine e di uccelli marini come la Berta maggiore, la Berta maggiore Yelkouan, l’uccello delle tempeste e il marangone dal ciuffo nei siti Natura 2000 designati per la loro conservazione”. Infine, scrive la Commissione “l’Italia non è riuscita a monitorare lo stato di conservazione di diverse specie protette”. Pertanto, la Commissione Europa ha inviato una comunicazione di costituzione in mora all’Italia, che ora ha due mesi di tempo per rispondere e colmare le carenze rilevate dall’Ue.
La Direttiva Uccelli e il Regolamento REACH
La Commissione Europea ha deciso altresì di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, inviando un’ulteriore lettera di messa in mora (INFR (2023) 2187), per non aver rispettato la “Direttiva Uccelli” e il “Regolamento REACH” (Regolamento 1907/2006 /CE come modificato dal Regolamento 2021/57/UE) introdotti nella disciplina venatoria italiana. La Direttiva Uccelli intende “proteggere tutte le specie di uccelli selvatici presenti in natura nell’UE e i loro habitat”. Il regolamento REACH (come modificato dal regolamento 2021/57/UE) limita “l’uso di pallini contenenti piombo all’interno o in prossimità delle zone umide per proteggere gli uccelli acquatici, l’ambiente e la salute umana”. La Commissione ha riscontrato che “diversi atti legislativi italiani non sono conformi alla legislazione dell’UE”. In violazione della Direttiva Uccelli, la legislazione italiana attribuisce alle regioni il potere di autorizzare l’uccisione o la cattura di specie di fauna selvatica, anche in aree in cui è vietata la caccia, come le aree protette e durante il periodo dell’anno in cui la caccia è vietata. Secondo la Commissione la legislazione italiana non è conforme a quanto previsto dal Regolamento REACH e successive modifiche sull’uso del piombo negli spari. Alla luce della suddetta questione, la Commissione, che ha inviato una seconda lettera di messa in mora, concede all’Italia due mesi per rispondere. In assenza di “una risposta soddisfacente – si legge nella pubblicazione Ue – la Commissione può decidere di emettere un parere motivato”.