Lunedì, l’ex presidente USA, Donald Trump, ha presentato una richiesta urgente alla Corte Suprema al fine di bloccare l’imminente processo relativo all’accusa di sovvertimento delle elezioni del 2020. Trump ha chiesto ai giudici di sospendere la sentenza della corte d’appello che ha respinto la sua richiesta di immunità presidenziale in relazione agli eventi dell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio. Gli avvocati di Trump hanno scritto, nel documento, che la corte dovrebbe bloccare la sentenza per evitare un allontanamento senza precedenti dalle procedure d’appello e permettere che la richiesta di immunità del presidente venga decisa nel corso ordinario della giustizia. Hanno inoltre aggiunto che l’affermazione di Trump secondo cui i presidenti hanno immunità assoluta dai procedimenti penali per i loro atti ufficiali solleva una questione nuova, complessa e importante che merita un’attenta considerazione in appello. Gli avvocati hanno scritto che se l’accusa di Trump fosse consentita, ciò aprirebbe la strada a azioni giudiziarie simili in futuro, creando cicli distruttivi di recriminazione.
Martedì, la Corte d’Appello del Distretto di Columbia aveva emesso una sentenza contro Trump, stabilendo che sarebbe stata attuata il 12 febbraio a meno che l’ex presidente non avesse presentato una richiesta urgente alla Corte Suprema. La posta in gioco è alta perché se la richiesta di Trump fosse respinta, il caso tornerebbe al giudice distrettuale statunitense Tanya Chutkan con sede a Washington, con la possibilità di un processo che si potrebbe svolgere prima delle elezioni di novembre. Chutkan ha già modificato il suo piano originale di tenere il processo a marzo. Nel caso in cui Trump vincesse le elezioni, avrebbe il potere di ordinare l’archiviazione delle accuse o di chiedere la grazia. Il tycoon spera che la Corte Suprema esamini il suo caso e annulli la decisione della corte d’appello. Tuttavia, prima che i giudici possano affrontare la questione, devono decidere se sospendere la sentenza della corte inferiore. Gli avvocati di Trump, in un’altra richiesta che potrebbe causare ulteriori ritardi, hanno anche chiesto alla Corte Suprema di concedere loro il tempo di chiedere alla corte d’appello di riconsiderare la sua sentenza prima di presentare ricorso all’Alta Corte. La corte d’appello ha stabilito che, in quanto “cittadino Trump”, l’ex presidente non può beneficiare di nessuna delle difese immunitarie che un presidente in carica può invocare.