Agricoltori, oggi 3 manifestazioni a Roma

Ci siamo. La giornata tanto temuta, soprattutto dai romani, è arrivata. La protesta degli agricoltori fa tappa oggi nella Capitale con tre manifestazioni distinte che di certo mettono in qualche modo in preallarme gli automobilisti della città eterna e le forze dell’ordine. Non tanto per il corteo organizzato da ‘Altragricoltura’ e ‘Popolo produttivo’ che in mattinata arriverà al Colosseo direttamente da Castel di Leva (ci saranno due trattori scortati dalle forze dell’ordine), ma per quanto previsto nel pomeriggio, quando al Circo Massimo ci sarà l’iniziativa dei ‘Comitati riuniti agricoli’ che prevede la partecipazione di circa 5mila persone (difficile arrivare ai 20mila paventati fino a qualche giorno fa) che giungeranno a bordo di pullman e mezzi propri, e decine di trattori.

Una terza manifestazione (‘Te lo do io il made in Italy’) è invece prevista dalle 13 in piazza del Campidoglio: 300 le persone preannunciate, ma senza trattori al seguito.

Soddisfatto dell’incontro con il governo, il comitato di agricoltori che si riconosce sotto il nome di Riscatto Agricolo ha smobilitato il presidio in zona Nomentana e dunque ritorna a casa, ma “il nostro impegno non termina qui, al contrario, da oggi inizia un nuovo percorso mirato a riportare tutti gli agricoltori italiani a partecipare attivamente alla vita politica del nostro Paese”, è stato comunicato in una nota.

Proteste in tutta Italia

Ma la giornata di ieri è stata caratterizzata da tantissimi cortei in giro un po’ per l’Italia. A Palermo circa mille agricoltori provenienti da tutta la Sicilia hanno manifestato in piazza Indipendenza, sotto la sigla di ‘Sud chiama Nord’, preannunciando per il 22 febbraio una protesta che arriverà fino a Roma. La richiesta del leader Cateno de Luca è di studiare un piano anticiclico straordinario da 10 miliardi, finanziato attraverso le risorse del Pnrr. A Napoli, tra piazza Municipio e il Lungomare, hanno sfilato circa 100 trattori (da segnalare che gli agricoltori hanno donato alla mensa dei poveri della chiesa del Carmine frutta e verdura). Proteste anche a Sassari, a Salerno e a Bari. Infine alcuni rappresentanti lombardi del mondo agricolo hanno avanzato le proprie richieste (tra cui meno tasse e meno burocrazia) davanti alla Commissione regionale all’interno del Pirellone, a Milano.

Coldiretti favorevole

Insomma, l’esenzione totale dell’Irpef agricola è una misura che per tante sigle agricole non può bastare al settore. Chi invece l’ha promossa è stata la Coldiretti secondo la quale di questa decisione ne beneficeranno 9 aziende su 10, pari a 387mila, mentre altre 20mila vedranno l’imposta dimezzata. Sul resto della platea l’esenzione verrà calcolata in forma progressiva e riguarderà il totale delle 430mila imprese agricole professionali e coltivatori diretti. L’emendamento approvato prevede l’introduzione di una franchigia di esenzione al 100% ai fini Irpef fino a 10.000 euro della somma dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Per la parte eccedente i 10.000 euro, ma non superiore a 15.000 euro, l’esenzione è del 50%.

Renzi contrario

Sulla vicenda dei trattori è tornato ieri anche Matteo Renzi che ha accusato il Premier di comunicare bene, “ma governare male”. Il leader di Italia viva ha ricordato che nel 2016 l’allora suo governo abbassò le tasse agli agricoltori eliminando loro l’Irpef mentre nel 2023 l’attuale esecutivo ha alzato le tasse reintroducendo la misura fiscale tanto contestata. E poi “a gennaio 2024 i trattori scendono in piazza. A febbraio 2024 Meloni toglie parzialmente la tassa che lei stessa aveva messo. Parte una campagna media e social incessante su quanto sia buono e sensibile il governo. E gli agricoltori ringraziano il Premier. È tutto bellissimo e allo stesso incredibile, no?”. Sulla cancellazione dell’Irpef a favore degli agricoltori è intervenuto anche l’analista economico Pietro Paganini, abbastanza restio a questo intervento dell’esecutivo che serve solo a nascondere il problema: “Governo, maggioranza e opposizione, gli agricoltori con le loro sigle, accademici e analisti, dovrebbero presentare delle proposte di riforma radicale del settore, sedersi intorno a un tavolo, discuterle e trovare una negoziazione vincente. L’obiettivo è quello di riformare il settore per renderlo finalmente competitivo in un contesto di geopolitica alimentare”.