Secondo la Cgia di Mestre c’è una “presenza endemica nel settore dell’edilizia dei lavoratori in nero, così come emerso anche nella tragedia che si è consumata la settimana scorsa a Firenze. Lavoratori completamente sconosciuti al fisco, all’Inps e all’Inail che vengono pagati in contanti ogni fine settimana.” Affermazione che andrebbe verificata e che la stessa Cgia bilancia sostenendo, contemporaneamente, che “secondo le stime dell’Istat, negli ultimi anni il fenomeno nel suo complesso è in calo.” Tuttavia gli irregolari presenti nell’edilizia ammonterebbero a 220.200 Ula (unità di lavoro standard). Il tasso di irregolarità delle costruzioni nel 2021 (ultimo dato disponibile) era al 13,3 per cento. Tra tutti i settori economici solo l’Agricoltura con il 16,8 per cento e gli altri servizi alle persone (colf, badanti, cura della persona, etc.) con il 42,6 per cento presentavano un tasso superiore alle costruzioni.
Dati Inail
Secondo la banca dati Inail, in Italia nel 2022 sono stati denunciati 1.208 incidenti mortali nei luoghi di lavoro, di cui 175 – praticamente uno ogni due giorni – hanno interessato il comparto delle costruzioni. Tra i decessi avvenuti in questo settore 63 (ovvero il 36 per cento del totale), erano lavoratori del settore dell’installazione degli impianti. Un’incidenza, quest’ultima, che è aumentata notevolmente rispetto a quella registrata negli anni precedenti[. A livello territoriale le situazioni più critiche riguardano il Piemonte (65 per cento), la Liguria e l’Umbria (entrambe con il 50 per cento), la Lombardia con il 40,7 per cento e il Friuli Venezia Giulia con il 40 per cento.
Fattori di rischio
I principali fattori di rischio che nei cantieri causano gli eventi infortunistici più gravi sono: le cadute dei lavoratori dall’alto; le cadute degli oggetti/carichi, anche a seguito di crolli, frane o smottamenti; le perdite di controllo dei preposti nella conduzione di mezzi di lavoro. Incidenti in gran parte riconducibili a errori di procedura commessi dall’infortunato o da terzi, oppure dall’uso improprio delle attrezzature. Senza contare che presentano un’incidenza sempre più elevata nel totale degli infortuni il ricorso, da parte del soggetto incidentato, “a pratiche lavorative estemporanee o totalmente scorrette, ma abitualmente tollerate in azienda.” “Comportamenti – sempre secondo la Cgia – che potrebbero assumere dimensioni sempre più importanti e altrettanto pericolosi, grazie al fatto che all’interno dei cantieri il numero dei lavoratori edili inquadrati con un contratto metalmeccanico è in deciso aumento.”
Mortalità in calo
Stando ai fatti, i dati riferiti al 2023 (ancora provvisori), rispetto al 2022, la mortalità nei luoghi di lavoro è in calo. L’anno scorso a livello nazionale i decessi sono stati 1.041 e la Lombardia, con 172, è la regione dove si è registrato il dato più alto. Seguono il Veneto con 101, la Campania con 95, l’Emilia Romagna con 91 e il Lazio con 89. Le realtà dove la mortalità è più bassa riguardano la Provincia Autonoma di Bolzano con 11, quella di Trento con 8, il Molise con 5 e la Valle d’Aosta con un solo incidente.