L’ambizione politica è integrare i soldati di 13 nazioni europee per alzare “un’efficace” difesa comune sotto la guida della Nato. Un piano studiato nei dettagli denominato “Nordic Response 2024”, che ha preso il via ieri con una esercitazione nell’Artico dei Paesi alleati. In questo scenario di neve e ghiaccio si muoveranno 20mila soldati Nato e svedesi, 110 aerei e 50 unità navali fra incrociatori, fregate, sommergibili ed altre imbarcazioni.
Fino a metà marzo
La “Nordic Response 2024”, che si svilupperà fino al 15 marzo è stata annunciata come un’operazione propedeutica per la prossima creazione di una Brigata artica, capace di combattere nella distesa di ghiaccio e neve. “La Nordic Response”, sottolinea il quotidiano svedese, “Svenska Dagbladet”, “potrebbe essere la prima esercitazione della Nato a cui la Svezia partecipa come paese dell’Alleanza: si prevede infatti che l’adesione sarà pronta entro una o due settimane”. Il quotidiano rivela inoltre: “Ciò significherebbe che tutti i paesi nordici apparterrebbero per la prima volta alla stessa alleanza di difesa”.
La difesa del nord
Tra gli obiettivi delle manovre la Nato è intenzionata a realizzare un centro per le operazioni aeree nordiche allestito per l’esercitazione a Bodo, in Norvegia. La Nordic Response segue l’esercitazione Steadfast Defender, attuata per il trasporto di rifornimenti ed equipaggiamento militari dagli Stati Uniti attraverso l’Atlantico “con un livello di minaccia elevato”. La Russia non è citata tuttavia l’intero programma delle manovre militari sarebbe da rinforzo e difesa dell’Europa per arginare un eventuale attacco da Est.
Le navi italiane
Stando alle notizie filtrate l’ambasciatore d’Italia a Oslo Stefano Nicoletti è presente da fine febbraio a Harstad, dove l’incrociatore portaeromobili ‘Garibaldi’ e la nave ‘San Giorgio’ della Marina Militare italiana sono approdate per prendere parte alla iniziativa militare. A bordo della nave San Giorgio ha preso posto la Brigata Marina San Marco, un’unità della Marina Militare Italiana specializzata in operazioni anfibie e costiere.
Vigilanza in mare
Si tratta di manovre complesse e articolate, che coinvolgono l’uso coordinato di truppe terrestri, forze navali, mezzi anfibi e talvolta di supporto aereo. Le operazioni anfibie possono includere il trasferimento di truppe e materiali, attacchi o evacuazioni in zone costiere, oppure operazioni di sorveglianza in mare per garantire la sicurezza delle rotte marittime e di obiettivi terrestri.
Gli ufficiali e i marinai
Gli 800 militari italiani che si trovano a bordo delle due unità navali italiane sono guidati, dal contrammiraglio Valentino Rinaldi, dal contrammiraglio Massimiliano Grazioso, comandante della Landing Force e comandante della Brigata Marina San Marco, dal contrammiraglio Michele Orini, comandante della Terza Divisione Navale e dell’Amphibious Task Group mentre a terra operano truppe di Alpini al comando del colonnello Massimiliano Frassero, comandante del 2° Reggimento Alpini.