Nel 2023 le truffe online sono aumentate del 20% per un valore di 137 milioni di euro di profitto illecito. Sul piano normativo le truffe online sono considerate alla stregua degli altri tipi di truffa fisica. La Pdl a prima firma della deputata di Fratelli d’Italia Letizia Giorgianni, presentata alla Camera dei deputati nel corso di una conferenza stampa, mira a una modifica degli articoli 240, 640 e 640-quater del Codice penale con l’introduzione del reato di truffa online. “Nelle truffe online il consumatore è sottoposto a una ‘minorata difesa’ perché l’identità del reo non è quasi mai raggiungibile e perché non si può valutare la merce che si sta acquistando. Per questo, abbiamo previsto due misure sanzionatorie specifiche e cioè il sequestro del materiale utilizzato per le truffe, tablet, cellulari e pc e la confisca dal patrimonio del reo per un importo pari alla cifra sottratta”, ha spiegato Giorgianni.
Una legge senza colore politico
“Si tratta di una proposta di legge senza colore politico perché le truffe non hanno bandiera. Il nostro obiettivo è porre degli argini, dare una regolamentazione perché non può esservi una discrasia tra mondo online e offline. Speriamo che la Pdl riceva consenso e attenzione anche dalle altre forze politiche perché si tratta di un tema etico che mira al bene del consumatore”, ha aggiunto il deputato di Fdi Grazia Di Maggio. Sul tema truffe online, infine, il deputato di Fdi Fabrizio Rossi ha concluso dicendo che “l’evoluzione criminale necessita anche di un’evoluzione normativa da parte nostra. Pertanto, ci siamo sentiti in dovere fare una Pdl per arginare le truffe online sempre più diffuse e capillari, ci voleva uno strumento normativo nuovo e noi lo abbiamo previsto in questa proposta”.
Confisca di computer e cellulari
La proposta di legge presentata durante la conferenza stampa prende spunto dal dato oggettivo della costante crescita delle truffe online conseguente all’esponenziale aumento delle vendite di prodotti mediante utilizzo di siti internet, e risponde all’esigenza di munire il diritto penale di adeguati strumenti repressivi. Per contrastare il fenomeno si intende prevedere tre fattispecie di aggravanti specifiche. La proposta di legge (che consta di un unico articolo) modifica alcuni articoli del codice penale e, in particolare, il comma 1, che prevede la “confisca obbligatoria” degli strumenti informatici in possesso dell’autore della truffa (computer, telefonini, tablet), strumenti essenziali per la commissione del reato e di cui appare assolutamente opportuno privare il reo nel caso in cui per la maggior parte dei casi riscontrati, si trattasse di soggetti “seriali”, dediti cioè alla commissione di una molteplicità di truffe dello stesso genere.
L’“Aggravante specifica”
La modifica al comma 2 prevede, invece, la disposizione una “aggravante specifica” per la truffa che si realizza mediante la vendita di prodotti attraverso siti e piattaforme informatiche, posto che la mancanza di un contatto diretto tra le parti consente, da un lato, al potenziale truffatore di schermare più facilmente la propria reale identità e, dall’altro, impedisce al compratore di sottoporre il prodotto che intende acquistare ad un efficace controllo preventivo. Infine, con la modifica al comma 3 potrebbe essere introdotta la “confisca anche per equivalente” del profitto del reato, prevista già dall’articolo 322-ter del Codice penale solo per alcuni reati, ma non per la truffa.