Un recente rapporto della Fondazione Aletheia, un nuovo think tank scientifico che riunisce alcune tra le firme più autorevoli del mondo accademico italiano per promuovere modelli nutrizionali e stili di vita sani, mette in luce come le diete sbagliate e i modelli nutrizionali errati incidano negativamente sui costi sanitari e aumentino il rischio di sviluppare malattie. Questo impatto si riflette direttamente sull’economia, con una spesa sanitaria legata alla cattiva alimentazione che grava sul Pil europeo fino al 3%.
Sebbene l’Italia registri valori più favorevoli rispetto ad altri Paesi in termini di obesità, nel 2023 ben il 46,4% della popolazione adulta è risultato sovrappeso. In un contesto di crescita anche dell’incidenza del diabete, diventa essenziale adottare misure preventive efficaci per contrastare questa tendenza.
L’impatto economico
Secondo il rapporto presentato dalla Fondazione al Ministero della Salute, una cattiva alimentazione non solo minaccia la salute, ma impatta pesantemente sul portafoglio di ciascun italiano, con un costo annuo stimato di 289 euro. Questo studio, intitolato “Malattie, Cibo e Salute”, è stato illustrato in presenza del Ministro Orazio Schillaci e del Comitato Scientifico presieduto da Stefano Lucchini e diretto da Riccardo Fargione, con il contributo del professor Antonio Gasbarrini, Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’incidenza del diabete
Il rapporto evidenzia come i costi sanitari legati alle malattie derivanti dall’alimentazione scorretta influiscano sulla crescita economica, con una contrazione del Pil europeo stimata al 3,3%. L’obesità, causata dal consumo eccessivo di prodotti ultra-processati e additivi chimici, rappresenta una delle principali conseguenze degli stili nutrizionali errati.
In particolare, l’incidenza del diabete sta crescendo costantemente, con una percentuale che è salita dal 6,3% nel 2021 al 6,6% nel 2022 e con un aumento del 65% negli ultimi vent’anni.
In Italia 3,9 milioni con diabete di tipo 2
Lo studio dell’Italian Barometer Diabetes Report “Dati sul diabete in Italia” mostra che, nel nostro Paese, sono circa 3,9 milioni le persone che hanno dichiarato di avere il diabete di tipo 2 (nel 2022). Nel 2040 si potrebbe arrivare al 10%, se continuasse l’andamento studiato, combinato con il rilevante impatto della dinamica demografica dei prossimi vent’anni. Ad avere il rischio più elevato di ammalarsi sono gli anziani (gli over 74 hanno un pericolo di quasi otto volte maggiore rispetto ai 45-54enni), i maschi (+40% di rischio rispetto alle donne) e i residenti nel Meridione (+50% rispetto ai residenti al Nord).
Consigliata la Dieta Mediterranea
Per contrastare questo fenomeno in continua espansione, gli esperti suggeriscono di adottare la Dieta Mediterranea, riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, per favorire uno stile di vita sano e prevenire malattie croniche legate all’alimentazione. Soprattutto, ridurre il consumo di cibi ultra-processati potrebbe portare a una significativa diminuzione di 688 mila malattie croniche in Italia entro il 2050, con conseguenti risparmi per il sistema sanitario nazionale stimati a circa 7 miliardi di euro (da qui al 2050).