Dalle tensioni geopolitiche ai dazi Ue, l’Italia pronta a costruire nuovi dialoghi. Tra i due Paesi antiche relazioni da Marco Polo ai padri gesuiti
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata in Cina per la visita ufficiale – su invito del primo ministro cinese Li Qiang – gli appuntamenti si protrarranno fino al 31 luglio. La presenza del premier è stata salutata con un commento di buon auspicio dal ministero degli Esteri cinese che definisce l’incontro: “Un’opportunità per rafforzare la fiducia reciproca” e per “far avanzare le relazioni Cina-Italia”.
Giorgia Meloni ha di fronte una fitta agenda di impegni, tra gli appuntamenti c’è il settimo Business Forum Italia-Cina; mentre a Shanghai cadrà l’anno che celebra i sette secoli della morte di Marco Polo, ovvero “Li Madou”, secondo il nome mandarino del viaggiatore veneziano. Inoltre ci saranno riferimenti a quanti hanno costruito e favorito relazioni culturali, spirituali e commerciali tra Oriente e Occidente. Da ricordare, ad esempio, il ruolo determinante dei padri missionari gesuiti: Matteo Ricci, Alessandro Valignani di Chieti e Raffaele Ruggieri. Missioni che oggi dovrebbero essere valorizzate proprio in una ottica di amicizia in un mondo dove alle ragioni del dialogo si antepongono tensioni e minacce.
Pronti al dialogo
L’Italia nel tessere quella tela di relazioni tra Occidente e Oriente può fare molto, sappiamo che siamo un Paese che detiene un appeal turistico universale proprio per la sua storia, cultura e, se vogliamo, per le ragioni di aver voluto e saputo realizzare un dialogo in tutte le latitudini del mondo. Questo anche grazie alla presenza della Chiesa di Roma e delle sue molteplici ramificazioni.
La visita del premier Giorgia Meloni è così accolta con ottime referenze. “La Cina è disposta a cogliere questa visita come un’opportunità per migliorare la comprensione e rafforzare la fiducia, approfondire la cooperazione pratica e far progredire costantemente le relazioni Cina-Italia e Cina-Ue”, commenta il portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. Giorgia Meloni incontrerà da domani il presidente cinese Xi Jinping e il premier Li Qiang.
Missione importate
Da parte italiana il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parla di missione: “importante e significativa”. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro degli Esteri Antonio Tajani che a Pechino in un vertice con il suo omologo Wang Yi, ha definito particolarmente “fruttuosa” la cooperazione con l’Italia.
Più legami che divisioni
I rapporti tra i due Paesi, nelle dichiarazioni ufficiali, non sono stati incrinati dalle tensioni geo politiche e dal cambio di relazioni commerciali. Nonostante il ritiro dell’Italia dalla Belt and Road – e dalle iniziative previste dal progetto lanciato dal presidente Xi nel 2013 -, il ministro degli esteri Tajani evidenzia che “non è stato un atto di ostilità”, contro Pechino. Anzi osserva Tajani: “I nostri rapporti con la Cina sono positivi, anche se siamo concorrenti e le nostre posizioni divergono su alcune questioni”.
Storie universali
Tra passato e presente esiste un’eredità che pone il nostro Paese ad avere un ruolo indelebile, riconosciuto anche dagli odierni vertici istituzionali del Paese del Dragone. In questa direzione propositiva fanno fede le parole del portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, che ricorda come Cina e Italia sono: “di lunga civiltà legati da una partnership completa e strategica”. Pechino d’altronde si dice pronta a cogliere la visita del presidente Giorgia Meloni come un’opportunità per rafforzare la comprensione e la fiducia, “per approfondire la cooperazione pratica e far avanzare le relazioni sino-italiane e sino-europee su un percorso di lungo termine”.
Le divergenze da superare
Interessi comuni e interessi di alleanze, tuttavia, spesso non convergono. Sappiamo che l’Europa e l’America hanno visioni molto più stringenti nelle loro relazioni con la Cina. I timori sono noti: dalle tensioni geopolitiche e militari nell’Indo Pacifico, a quelle della cybersicurezza, fino ai contrasti commerciali. Sappiamo che tra Europa e Cina è in corso un inasprimento dei rapporti, che Bruxelles avverte il Dragone come ostile e un temutissimo “rivale” commerciale. Il caso dei dazi sulle auto elettriche cinesi ne sono una ultima conferma
Sono nodi da sciogliere e non sono questioni semplici da affrontare. Servirà impegno, prudenza ma anche la tenace volontà di risolvere i problemi. D’altronde oltre alle due guerre in Ucraina e Medio Oriente – con la Cina e l’Italia – che si adoperano per un cessate il fuoco e negoziati, nuovi conflitti manderebbero all’aria ogni buon proposito di cooperazioni, sinergie commerciali, scientifiche e culturali.
Le qualità del premier
I rapporti con i singoli Stati sono tuttavia un’opportunità da percorrere. Confidiamo nelle doti dei nostri ambasciatori, nella storia dei due Paesi, nelle molteplici qualità del presidente Giorgia Meloni. I prossimi giorni, i colloqui, le decisioni e i vertici ci diranno se i tempi sono maturi per un salto positivo. I presupposti ci sono. L’augurio e che si affermi una relazione pragmatica, leale e, soprattutto, di impegno a preservare il benessere e le azioni di pace.