E’ stato firmato digitalmente e bollinato, anche se ancora non pubblicato, il testo integrale e definitivo del decreto attuativo del piano Transizione 5.0 emanato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, sentito il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin.
Il “Piano Transizione Ecologica 5.0” è un’iniziativa del governo italiano, presentata nel 2024, con l’obiettivo di rendere l’Italia un modello di sostenibilità e innovazione nel contesto europeo e si concentra su vari aspetti della transizione ecologica, tra cui l’energia, l’ambiente, l’industria, e la mobilità.
Il tanto attesto testo definitivo del decreto attuativo interministeriale del Piano è stato firmato, anche se sui canali ufficiali non c’è ancora nulla. Secondo le indiscrezioni il documento ricalcherebbe in larga parte le bozze circolate nei mesi scorsi, confermando le due principali novità: ampliamento delle figure dei certificatori e ampliamento delle esclusioni dal divieto generale relativo al regolamento DNSH. Farebbe eccezione solo l’articolo 11 relativo al divieto di cumulo – modificato probabilmente su richiesta della Commissione UE – con l’eliminazione del comma che prevedeva la cumulabilità generale con le altre misure finanziate dall’UE. La misura quindi resta cumulabile unicamente con gli altri incentivi finanziati con risorse nazionali, eccezion fatta per il credito d’imposta ZES e Transizione 4.0.
Ma facciamo un passo indietro per comprendere meglio di cosa stiamo parlando. Il decreto è parte integrante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Italia e si inserisce nel contesto degli obiettivi europei di sostenibilità e digitalizzazione per il 2030. Infatti, è finanziato con 6,3 miliardi di euro dal RepowerEU e rientra nella più ampia strategia di Transizione Ecologica e Digitale. Si tratta di una fase evolutiva successiva alla Transizione 4.0, che era focalizzata principalmente sulla digitalizzazione dell’industria. La Transizione 5.0, cioè, mira a integrare ulteriormente l’innovazione digitale con obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
I principali obiettivi riguardano la Sostenibilità Ambientale (promozione di tecnologie e processi produttivi che riducano l’impatto ambientale e favoriscano l’economia circolare); l’Innovazione Digitale (proseguo del percorso di digitalizzazione dell’industria, ma con una maggiore attenzione all’inclusione sociale e alla sostenibilità); la Competitività delle Imprese (supporto alle imprese italiane nel rimanere competitive a livello globale attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things (IoT), e la robotica); la Transizione Energetica (incentivazione dell’uso di energie rinnovabili e della riduzione delle emissioni di carbonio).
Oltre agli obiettivi, il decreto attuativo definirà i dettagli operativi della Transizione 5.0, inclusi i criteri per accedere agli incentivi, i settori prioritari, e le modalità di implementazione. Potrebbe prevedere:
- Incentivi fiscali e finanziamenti: per le aziende che investono in tecnologie e processi produttivi sostenibili e digitali.
- Formazione e riqualificazione: programmi di formazione per lavoratori e imprenditori, focalizzati su competenze digitali e sostenibili.
- Supporto alle PMI: strumenti specifici per aiutare le piccole e medie imprese ad adattarsi alla nuova realtà industriale e tecnologica.
- Collaborazioni Pubblico-Private: promuovere partnership tra enti pubblici, privati e accademici per lo sviluppo di nuove tecnologie.
Perché la misura sia pienamente operativa occorre ancora un decreto direttoriale che sancisca l’apertura della piattaforma del GSE (atteso a giorni) e la circolare contenente le linee guida con gli esempi per l’applicazione del piano.