Il Patriarca Pizzaballa: “Incapacità di riconoscere l’uno l’esistenza dell’altro”
L’esercito israeliano ha riportato a casa i corpi di sei ostaggi trovati a Gaza, Yagev Buchshtab, Alexander Dancyg, Avraham Munder, Yoram Metzger, Nadav Popplewell e Haim Perry. La notizia è stata confermata anche dal premier Benjamin Netanyahu, che ha ribadito:“lo Stato di Israele continuerà a compiere ogni sforzo per restituire tutti i nostri ostaggi, sia i vivi sia i morti”. Ma ha anche aggiunto: “Non ci ritireremo dall’asse di Filadelfia in nessun caso, ho informato Blinken che continueremo fino alla distruzione di Hamas”. Così come Hamas, smentendo il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, in una nota sostiene che l’ultima proposta presentata al recente round negoziale per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza comprende nuove condizioni che contraddicono la cornice di intesa concordata il 2 luglio scorso. I terroristi, tra l’altro, contestano le parole del Presidente Biden che li incolpa di “allontanarsi dall’accordo.”
I famigliari degli ostatti contro Netanyahu
Un nipote di Avraham Munder, Shahar Mor Zahiro, ha accusato il governo israeliano di aver “sprecato tempo e opportunità per salvarlo. Questo è un altro caso orribile, il governo ha le mani sporche di sangue”. Mor, un altro nipote, ha spiegato all’emittente israeliana Kan che il corpo dello zio è stato recuperato dall’esercito israeliano in un tunnel a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza: “Secondo le prime stime, il decesso è avvenuto già a marzo”. Il figlio dell’ostaggio Alex Dancyg, il cui cadavere è tra quelli recuperati martedì a Gaza, si è scagliato contro Netanyahu accusandolo di aver “scelto di abbandonare gli ostaggi per sopravvivere”. Il forum delle famiglie degli ostaggi ritiene che Netanyahu abbia “silurato la trattativa” con Hamas. I parenti degli ostaggi ieri hanno inscenato una protesta vicino all’hotel dove alloggia il Segretario di Stato americano Antony Blinken che è volato al Cairo e poi tornerà anche in Qatar. Intanto è scoppiata una polemica per le parole di Einav Zangauker, madre dell’ostaggio Matan e tra i principali critici del governo Netanyahu, secondo la quale il direttore del Mossad, David Barnea, le avrebbe detto che un accordo è impossibile da raggiungere nell’attuale realtà politica. La dichiarazione è avvenuta davanti alla commissione d’inchiesta non ufficiale che si occupa del fallimento delle forze di sicurezza prima, durante e dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Zangauker ha detto che “intorno a maggio, Barnea le scrisse: “Cara Einav, sfortunatamente, nell’attuale situazione politica, un accordo per liberare gli ostaggi è impossibile”. Il Mossad ha smentito la ricostruzione fatta dalla donna.
Pizzaballa: momento decisivo
Mentre a Rimini, dove si tiene il meeting di Comunione e Liberazione, è intervenuto il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa: “Siamo ad un momento decisivo, dirimente, con i dialoghi in corso. Devo dire che l’impatto che ha avuto questa guerra su entrambe le popolazioni, israeliana e palestinese, è unico. Senza precedenti”. Secondo Pizzaballa per Israele quello che è accaduto il 7 ottobre è uno shock incredibile: Israele è nato come un Paese dove gli ebrei sono a casa e sono al sicuro. Il 7 ottobre ha fatto capire che non sono al sicuro”, ha aggiunto. “Per i palestinesi, ma anche per tutto il mondo, quello che accade a Gaza è qualcosa di mai visto prima. Quindi un impatto enorme che ha portato all’esasperazione sentimenti che già c’erano ma ora sono diventati linguaggio comune: odio, rancore. Giustizia intesa come vendetta. Sfiducia profonda. Incapacità di riconoscere l’uno l’esistenza dell’altro”. “Isaia parlava contro Babilonia che diceva ‘io e nessun altro’. Ho l’impressione che sia quello che si sta dicendo ora – prosegue Pizzaballa – questo rifiutare l’uno l’esistenza dell’altro. Un linguaggio di rifiuto l’uno dell’altro che è diventato materia quotidiana che si respira nei media che è qualcosa di veramente drammatico”.