Il Capo dello Stato al Forum Ambrosetti. Zelensky: “Il sostegno dell’Italia ci aiuta ad avvicinare la pace”
“Il mio non è un invito a trascurare il debito, sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo, si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma con precisione i fondamentali dell’economia come criterio”. Forte e chiaro il messaggio lanciato ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al governo, impegnato a varare nei prossimi giorni unamanovra finanziaria che si preannuncia non facile. Parole, queste,dette ieri all’interno dell’inaugurazione della 50esima edizione del Forum Ambrosetti, in programma fino a domani a Cernobbio. In video-collegamento, il Capo dello Stato ha tenuto a ricordare che l’Italia, nonostante sia considerata un “pagatore affidabile”, ha ‘sborsato’ più interessi sul debito rispetto a Francia e Germania messe insieme. Mattarella ha poi affrontato la questione dei tassi d’interesse, definendo l’andamento di questi un “termometro opinabile”, una vera e propria metafora che rimanda all’incertezza e alla variabilità delle condizioni finanziarie globali. “Molto resta da fare”, ha aggiunto, richiamando l’attenzione sulla necessità di razionalizzare il mercato dei titoli pubblici, tenendo conto della realtà economica italiana, inclusa la ricchezza delle famiglie.
Tra i temi centrali del suo intervento, il Presidente ha ribadito la necessità di riformare l’architettura finanziaria dell’Ue. Ha sottolineato che il progetto europeo, spesso criticato come “utopia” o come strumento della globalizzazione, rappresenta in realtà una straordinaria opportunità per il nostro continente, che si trova a competere con giganti globali come i Paesi BRICS.
“Progetto in divenire”
Il discorso di Mattarella si è concentrato anche sulla natura ancora incompleta del progetto europeo, “un progetto in divenire”,puntando sulla necessità di proseguire su questa strada senza timori o ripensamenti. Il Capo dello Stato ha riconosciuto che ci sono stati progressi significativi negli ultimi anni, citando in particolare le “recenti lucide scelte operate dalla Commissione Von der Leyen” in risposta alla pandemia, come segni di un incoraggiante discernimento politico.
“Riforme, niente paura”
Il Presidente ha proseguito con un avvertimento: “Non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata e sempre più inclusiva di quei popoli, come quelli dei Balcani occidentali, che aspirano da tempo di partecipare a questa avventura”. E infine Mattarella ha esortato la società civile a resistere alle “spinte che immaginano, senza motivo, un futuro frutto di nostalgie di un passato che ci ha riservato, invece, spesso, tragedie. Ciascuna generazione viene chiamata a combattere contro fantasmi che sperano, nell’oblio, di poter riemergere con vesti nuove. Tocca alle forze della società civile essere consapevoli che difendere il quadro delle civiltà in cui vivono è compito che non soltanto gli interessa, ma li riguarda”.
Orban a Cernobbio
Se il Capo dello Stato è stato presente tramite in video collegamento, chi si è presentato di persona a Cernobbio è stato il Primo Ministro ungherese Viktor Orban che, come spesso gli capita, è riuscito a prendersi la scena, criticando duramente la Commissione europea uscente, definendola “fallimentare” in tre ambiti cruciali: competitività economica, immigrazione (“Un fattore disintegrante”) e gestione dei conflitti, in particolare la guerra in Ucraina. Ha poi espresso preoccupazione per la composizione della nuova Commissione: “A Bruxelles hanno deciso di creare sostanzialmente la stessa squadra”. Il Presidente di turno del Consiglio dell’Ue ha anche espresso una certa apertura verso il supporto alla nuova Commissione, ma ha avvertito che il persistere dello “stesso establishment” potrebbe limitare la capacità di affrontare le sfide in modo efficace:“Essendo un uomo razionale penso che abbiano ignorato il desiderio di cambiamento degli elettori”. Orban ha poi avuto parole al miele verso Raffaele Fitto a proposito della nomina a commissario europeo (“Un uomo eccezionale”) e verso il Premier Giorgia Meloni (“La mia sorella cristiana. Insieme possiamo aprire una nuova era”).
Ecco Zelensky
In quel di Cernobbio chiaramente hanno tenuto banco i conflitti in corso in Ucraina e in Medioriente. Grandissima attesa per l’intervento di Volodymyr Zelensky, arrivato al Forum intorno alle 18. Ha chiaramente usato sùbito parole dure contro la Russia “che ci lascia solo la scelta di lottare e difendere le nostre vite. Noivogliamo porre fine a questa guerra, ma questo non attraverso la distruzione di una cultura o di una nazione. Non vogliamo la terra russa, è Putin che ha occupato il nostro territorio e vuole distruggere il nostro Stato”. Zelensky ha poi ringraziato tutti i Paesi, tra cui l’Italia, che si adoperano per sostenere l’Ucraina e per arrivare alla pace: “Colgo l’occasione per ringraziare il Ministro Tajani con il quale ci sono ottimi rapporti e sono grato per i sistemi di difesa messi a disposizione insieme alla Francia. L’Italia sta facendo di tutto, è con noi per portare avanti la formula di pace”. “Non chiediamo niente di più quello che il vostro Paese e altri stanno facendo”, ha quindi aggiunto, ricordando che oggi vedrà sempre a Cernobbio il Premier Giorgia Meloni: “Sono certo che l’Italia ci darà una grossa mano nella ricostruzione”.
Il numero uno ucraino ha poi parlato della necessità di arrivare a ipotetici negoziati in posizione di forza, “altrimenti perderemmo i nostri territori e proprio per questo abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri partner”. Sulla richiesta di armi a lungo raggio per colpire la Russia: “Il loro utilizzo sarebbe sui campi militari”. Ma su questo punto, l’Europa, almeno per il momento, non vuole sentire ragioni.
Tajani e il Medioriente
Chi si è soffermato principalmente per quanto sta avvenendo in Medioriente è stato il Vicepremier Antonio Tajani che ha ribadito la necessità di lavorare per la pace e arrivare quanto prima alla fine delle ostilità: “Noi siamo amici di Israele”, le sue parole, definendola come “l’unica democrazia in quell’area”. Ha poi evidenziato come l’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha causato una sanguinosa strage, mirasse a interrompere i colloqui di pace tra Israele e l’Arabia Saudita, considerati un passo importante verso una maggiore stabilità nella regione. Ha poi ribadito il sostegno dell’Italia alla soluzione “due popoli, due Stati”, ritenendo questa la via da seguire per garantire pace e stabilità.