Al via il Capalbio Film Festival, tra cinema e letteratura

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La kermesse Toscana si apre con il film “La Vita accanto”, di Marco Tullio Giordana: “Spesso il cinema si ispira alla letteratura, alla poesia, alla musica; è uno scambio, un’osmosi, fra una disciplina e l’altra, sempre molto fecondo”.

Si è aperta ieri la terza edizione del Capalbio Film Festival, promosso e organizzato dalla Fondazione Capalbio con il sostegno del Comune di Capalbio e con il Patrocinio di Regione Toscana. Continuerà fino a domenica, con proiezioni e incontri con attori e registi al Cinema Tirreno di Borgo Carige e alla Galleria Il Frantoio di Capalbio che ospita la mostra “Incontri” di Gianmarco Chieregato. Ideato da Maria Concetta Monaci, Presidente della fondazione Capalbio, con la direzione artistica di Steve della Casa e Daniele Orazi, il Festival può vantare una madrina di eccezione, l’attrice Margherita Buy.
Il tema centrale di quest’anno è la relazione tra scrittura e immagine, libro e cinema, due mezzi espressivi tanto lontani quanto spesso in relazione, tra adattamenti e rielaborazioni. Il primo film in programma, “La Vita accanto”, di Marco Tullio Giordana con Sonia Bergamasco e Valentina Bellè, è infatti tratto dall’ omonimo romanzo di Mariapia Veladiano.

La trama de ‘La vita accanto’

Vicenza, anni Ottanta. Una ricca e influente famiglia: Maria, suo marito Osvaldo e la gemella di quest’ultimo, Erminia, celeberrima pianista. Dopo anni di tentativi, Maria mette finalmente al mondo Rebecca, attesa con grandi aspettative. Ma la neonata, altrimenti del tutto normale, presenta una vistosa macchia purpurea che copre metà del viso che diventa per Maria un’ossessione tale da farle rifiutare la figlia. L’adolescenza di Rebecca sarebbe segnata dalla vergogna e dall’isolamento se fin da piccola non rivelasse, invece, straordinarie doti musicali scoperte dalla zia Erminia. Saranno queste a liberarla dalle fissazioni famigliari e dai segreti che queste nascondono.
Dramma psicologico, a tratti persino misterioso e surreale, con quel marchio sul viso della neonata che ossessiona la madre e che potrebbe significare il peso di una antica colpa. Quale relazione, se ce n’è una, tra la macchia purpurea e il suo dono straordinario per la musica?

Un film più intimo

A prima vista questo film rappresenta, quindi, una relativa novità nella carriera del regista, noto soprattutto per film a carattere storico che aspirano a restituire un ritratto impietoso, eppure bonario, della società italiana di ieri e di oggi, carichi di emozioni e di personaggi pregnanti, come “I cento passi”, “La meglio gioventù”, “Sanguepazzo”, “Lea”.
È proprio questa la cifra stilistica di Giordana, a ben vedere, che in realtà quindi rimane fedele a se stesso: le vicende personali, e le relazioni, sono sempre il centro di interesse della sua cinepresa, sebbene calate in un contesto storicamente significativo. Come ha spiegato il regista nell’intervista in esclusiva per La Discussione: “Magari questo film è piu intimo e concentrato sui personaggi, su una vicenda famigliare”, ma non per questo è diverso: “Come anche altri miei film come ‘I Cento passi’ e ‘La Meglio gioventù’. Può apparire di meno questa traccia di film dove l’elemento storico fa sembrare che le vicende personali siano solo sullo sfondo, ma in realtà sono quelle le cose che mi piace raccontare”.
Un’osmosi sempre feconda tra cinema e letteratura
Riguardo al rapporto tra cinema e libro, Giordana ha sottolineato che “l’idea non è mia”, essendo tratta da un romanzo, “ma è come se lo fosse diventata” girando il film. L’adattamento e la trasposizione, infatti, possono sempre essere considerati, al pari della traduzione come diceva Walter Benjamin, come delle opere originali a tutti gli effetti. “Spesso il cinema si ispira alla letteratura, alla poesia, alla musica – ha ricordato il regista – è uno scambio, un’osmosi fra una disciplina e l’altra sempre molto fecondo”.
Il Festival proseguirà oggi alla presenza della madrina Margherita Buy, con la proiezione del classico dell’horror diretto da Mario Bava, “Terrore nello spazio”, già cult per gli appassionati di genere in tutto il mondo, e un incontro tra Steve della Casa e il regista Mario Martone. Saranno proiettati inoltre i film “Vermiglio” di Maura Delpero e “Limonov”, tratto dall’omonimo romanzo di Carrère. Alle 17.30 riceverà il Premio alla sceneggiatura del Capalbio Film Festival 2024 la sceneggiatrice Giulia Calenda.