Il caffè, un giro d’affari da 120 miliardi di dollari

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E’ la seconda bevanda bevuta in Italia dopo l’acqua. La sua storia è secolare e numerose le sue proprietà, ma se non si tiene conto dell’impatto ambientale può trasformarsi in una grande piaga. Per questo si stanno sperimentando pratiche più eco-friendly, sostenibili e inclusive

Spesso pensando al nostro caffè espresso, che tanto caratterizza l’Italia e che ha mancato
di poco la candidatura a Patrimonio dell’Unesco nel 2023, superato solo dall’Opera lirica
italiana, non ci rendiamo conto dell’enorme giro d’affari che si muove dietro a quella tazzina.
Solo in Italia l’intera filiera del caffè vale 35 miliardi di euro l’anno, coinvolgendo 1.000
diverse torrefazioni, 8.000 addetti che diventano 12.000 nel complesso della filiera e un
indotto del mercato delle attrezzature professionali che vale 500 milioni di euro l’anno.

Dopo l’acqua, nel nostro Paese il caffè è la seconda bevanda più diffusa: ogni famiglia, in
media, ne consuma 37 kg l’anno, per un totale di 95 milioni di tazzine bevute al giorno, 1 al
secondo, ovvero 1,6 in media a persona. Nel mondo sono 3 miliardi le tazzine bevute ogni
giorno, che corrispondono a 120 miliardi di dollari, circa 111 miliardi di euro. Un gigantesco
“movimento”, che affonda radici antichissime nel tempo, ma che a tutt’oggi vive un presente
florido, multisettoriale, creativo, dinamico, marcatamente connotato dalla sua forte
personalità “made in Italy”.

Ma il caffè è qualcosa di più che una semplice bevanda con cui si soddisfa un bisogno. Uno
studio condotto dall’AINEM (Associazione Italiana di Neuromarketing) ha rivelato come bere
una tazzina di caffè sia in realtà un’esperienza ricca di emozioni. L’assaggio del caffè,
dunque, fa riaffiorare anche ricordi del passato, dimostrando che una degustazione
emotivamente coinvolgente è anche in grado di attivare maggiormente la memoria. Dalla
misurazione dell’attività cerebrale durante l’esperimento è, infatti, emerso un forte legame tra
il gusto del caffè e i processi di memorizzazione, quindi di attivazione dei ricordi. Il rimando
alla dimensione domestica e all’Italia è stato scientificamente preponderante e associato
quasi sistematicamente al calore di casa, ai colleghi e alla macchina del caffè la mattina
presto. La conferma è stata che il caffè per gli italiani non è solo una questione di aroma e
gusto, ma si lega indissolubilmente alle emozioni e al vissuto di ciascuno con l’esperienza
gustativa del caffè che rappresenta una forza in grado di rievocare e amplificare emozioni e
ricordi, parte integrante della nostra vita.

Un recente studio pubblicato su “Food and Function” ha, poi, voluto testare le già note
proprietà antidepressive della caffeina. Gli autori definiscono il lavoro della caffeina come
“stimolo alla resilienza“, termine usato in psicologia per chi passa attraverso la difficoltà, lo
stress o la malattia risultandone fortificato. Tali risultati hanno un’importanza particolare,
perché “di stress” ci si ammala. Ecco che un caffè al giorno, come tutto ciò che rientra nel
proprio modo di gestire i momenti “particolari” – si tratti di yoga, meditazione, o di fare
colazione – aiuta a mantenere il dottore lontano e a essere più sereni, maggiormente piloti,
autori e fautori del proprio benessere.

Come ogni cosa nella vita, però, anche il caffè presenta un suo risvolto della medaglia. Non
va dimenticato che molte delle aree in cui viene coltivato sono zone di foresta tropicale, che
vengono distrutte per fare spazio alle sue piantagioni. Questo può portare alla perdita di
biodiversità e alla distruzione degli habitat naturali di molte specie animali e vegetali. Per la
consuetudine, poi, di buttarne i fondi nel lavandino e per quel residuo che resta nelle urine,
la forte presenza nelle acque della caffeina rappresenta un ulteriore problema ambientale,
perché si bio-accumula nelle microalghe, nei pesci, nei coralli e nei molluschi, con varie ripercussioni tra cui lo stress ossidativo, la neurotossicità, i disturbi riproduttivi e metabolici.
In alcuni casi può addirittura portare alla loro morte.

Per questo negli ultimi anni numerose sono state le azioni importanti studiate per ridurne
l’impatto sull’ambiente ricorrendo a pratiche più sostenibili, come la riduzione dell’uso di
acqua ed energia, l’uso di materiali riciclabili, l’efficientamento dei processi produttivi, la
salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, l’impegno per la diversità e l’inclusione,
che ci auguriamo siano sempre più condivise.