Italia-Albania, Mattarella incontra Begaj: “I nostri popoli legati da un rapporto di fratellanza”

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Teatro del Seminario per l’incontro sulla storia e la cultura Arbëreshe in Sicilia (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

I due Capi di Stato in visita a Piana degli Albanesi

Piana degli Albanesi, storica comunità arbëreshë in Sicilia in provincia di Palermo, si è trasformata per un giorno nel simbolo dell’amicizia tra Italia e Albania, ospitando un incontro tra il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e il suo omologo albanese, Bajram Begaj. L’evento, tenutosi al Teatro del Seminario, ha celebrato i profondi legami culturali e storici tra i due Paesi, con un omaggio speciale alla comunità arbëreshë, che da oltre 500 anni mantiene viva la propria identità e tradizione.“Qui ci sentiamo tutti a casa, come membri di una stessa comunità: albanesi, italiani e italo-albanesi”, ha dichiarato il Capo dello Stato, puntando sul fatto di come la visita rappresenti “un’occasione per confermare la grande amicizia e collaborazione tra Albania e Italia”. Mattarella ha definito il legame tra i due popoli come una vera e propria “fratellanza”, a cui contribuiscono significativamente le comunità arbëreshë presenti nel Belpaese.Un aspetto centrale del discorso del Presidente è stato il sostegno esplicito dell’Italia all’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea: “L’Italia è – e continuerà a essere – una convinta sostenitrice di questo approdo, da realizzare velocemente per l’intera regione dei Balcani occidentali”.

Nel suo discorso, Mattarella ha elogiato la comunità arbëreshë per aver preservato, con grande determinazione, il proprio patrimonio culturale e identitario: “Di discendenza albanese, ma da lungo tempo italiani, gli arbëreshë hanno conservato con orgoglio le antiche tradizioni, i riti religiosi e la lingua stessa della terra materna”, le parole del Presidente che ha espresso profonda ammirazione per una storia che dura da più di cinque secoli.

Minoranze linguistiche

La presenza di Begaj ha aggiunto ulteriore significato all’evento: “Sono particolarmente lieto di essere qui oggi con l’amico Presidente Bajram in questo luogo, straordinario esempio di una convivenza che unisce le nostre culture”. Mattarella ha posto l’accento sul fatto che la tutela delle minoranze linguistiche, come quella arbëreshë, non rappresenta solo un dovere costituzionale, ma anche una ricchezza per l’intera nazione. La legge 482 del 1999, dedicata alle minoranze linguistiche storiche, è un simbolo di questa protezione, che permette a comunità come quella di Piana degli Albanesi di conservare la propria identità e di contribuire al mosaico culturale italiano. Nel suo discorso Mattarella ha sottolineato l’importanza storica e contemporanea del rapporto tra Italia e Albania, evidenziando il legame speciale che unisce le due nazioni: “La storia recente, nella fase di transizione che ha caratterizzato i Balcani, ha visto popoli dei Paesi vicini, in particolare quello albanese, cercare nell’Italia la speranza di costruire un futuro e una prospettiva di vita in un’Europa unita e senza più divisioni”, ha detto, facendo riferimento alle migrazioni che hanno caratterizzato la fine del XX secolo.

Rapporti evoluti

Mattarella ha messo poi in luce come i rapporti tra Italia e Albania si siano evoluti negli anni, trasformandosi in un solido interscambio economico e culturale. Oggi, le due nazioni non solo condividono stretti legami storici, ma collaborano anche in vari settori, promuovendo uno scambio che avvicina ulteriormente i loro popoli.

Da segnalare infine che Mattarella e Begaj, dopo aver visitato la la cattedrale di San Demetrio Megalomartire, hanno deposto una corona di fiori a Portella della Ginestra, in omaggio alle vittime della strage dell’1 maggio 1947 compiuta da parte della banda criminale di Salvatore Giuliano, che sparò contro la folla di contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti e numerosi feriti.