Dai ghiacciai eterni un aiuto nello studio dei cambiamenti climatici e nella produzione di energia da fonti rinnovabili
140 esperti in glaciologia, climatologia, sismologia, geomagnetismo e biodiversità sono pronti a partire per la 40a spedizione italiana di ricerca in Antartide (PNRA), a cura del Cnr, dell’ENEA e dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. I tecnici e i ricercatori raggiungeranno le basi Zucchelli e Concordia dove quest’anno sarà realizzato un nuovo osservatorio geomagnetico e potenziato l’impianto fotovoltaico, con l’obiettivo di produrre una quota sempre maggiore di energia da fonti rinnovabili oltre al completamento del primo modulo del nuovo summer camp, l’area esterna alla stazione destinata a ospitare ricercatori e tecnici durante le campagne estive di novembre sul plateau antartico a oltre 3 mila metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa. “Quaranta spedizioni, un traguardo importante – sottolinea Elena Campana, direttrice dell’Unità Tecnica Antartide dell’ENEA -. Grazie a un finanziamento straordinario messo a disposizione dal Ministero dell’Università e della Ricerca, nei prossimi 10 anni porteremo a termine tutta una serie di interventi per rinnovare e rendere più efficienti sia gli impianti di produzione dell’energia, sia le infrastrutture che ospitano il personale. Quest’anno eseguiremo i rilievi necessari a individuare le soluzioni tecnologiche più idonee all’ambiente estremo polare”.
Le attività di carotaggio del ghiaccio permette al team di ricerca di ricavare dati sull’evoluzione della temperatura e sulla composizione dell’atmosfera, tornando indietro nel tempo di 1 milione e mezzo di anni. Secondo il Cnr nel corso di questa missione il coordinamento scientifico di progetti cruciali permetterà l’avanzamento della conoscenza in diversi settori e il raggiungimento di risultati significativi per comprendere sempre meglio le sfide scientifiche del momento, come quella del cambiamento climatico.
Nei 9 osservatori permanenti, dove è possibile sfruttare 24 ore di luce al giorno, a una temperatura che varia da 0 a -20 gradi, sono garantiti il monitoraggio e l’acquisizione continua di misure di climatologia, sismologia, geodesia, geomagnetismo, fino a osservazioni dell’alta atmosfera e meteorologia spaziale. Alcuni osservatori assicurano il monitoraggio vulcanologico, mentre altri rilevano le modificazioni sulle comunità microbiche, del permafrost e della vegetazione, quest’ultima in notevole incremento negli ultimi anni in Antartide, così come in generale in tutte le aree polari terrestri. In particolare, presso la Stazione Mario Zucchelli, si studia il ruolo del ghiaccio marino nel ciclo del mercurio e si analizzano i laghi supraglaciali, la biodiversità, l’evoluzione, l’adattamento e i meccanismi immunitari degli organismi antartici. Un nuovo progetto prenderà in esame il microbioma dell’essere umano.
Le attività di ricerca della campagna scientifica si svolgeranno anche a bordo della nave Laura Bassi salpata in questi giorni verso la nuova Zelanda, da dove inizierà poi il suo viaggio verso l’Antartide il 9 dicembre per la sua sesta missione. Anche le Forze Armate partecipano alla spedizione con 17 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri, che affiancheranno sul campo i ricercatori e le ricercatrici durante tutto il corso della spedizione, rendendo possibili e sicure sia le campagne esterne sia quelle subacquee, ma anche le operazioni aeree grazie alle competenze dei meteo previsori e dei controllori di volo.