Continuano i segnali positivi dell’economia reale. Il tasso di occupazione nel terzo trimestre del 2021 sale al 58,4%, con una rilevante crescita rispetto al trimestre precedente e su base annua. Lo certifica la “Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione” diffusa oggi da ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal.
In termini congiunturali, nel terzo trimestre 2021 la crescita dei dipendenti risulta in termini sia di occupati (+0,9%) sia di posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+2,6%). Per queste ultime l’aumento è il risultato di una crescita moderata nell’industria in senso stretto (+0,6%), più rilevante nelle costruzioni (+2,6%) e decisamente sostenuta nei servizi (+3,5%). Il tasso di disoccupazione è al 9,2%.
Migliora la situazione tra i percettori del Reddito di Cittadinanza
Nonostante le limitate caratteristiche di occupabilità e nonostante tra marzo 2019 e settembre 2021 per lunghi tratti il mercato del lavoro sia stato interessato dalle conseguenze della pandemia, sono oltre un milione e mezzo i posti di lavoro attivati dai beneficiari RdC, di cui 1,2 milioni nuovi rapporti di lavoro. Lo rivela l’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) nel rapporto “La condizione occupazionale dei beneficiari Rdc”. L’incidenza è di oltre il 55% per i disoccupati da meno di un anno all’ingresso, scende intorno al 30% per i disoccupati di lunga durata e cala a valori sotto il 20% – a seconda della condizione, tra il 18 e il 14% – per i più lontani dal mercato del lavoro.
Aumentati gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
Ci sono anche i però. Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail, nel terzo trimestre del 2021 sono stati 121mila, oltre 6mila denunce in più (+5,4%) rispetto all’analogo trimestre del 2020, anche se inferiori a quanto osservato nel periodo pre-pandemia. Gli esiti mortali denunciati sono stati 216, 12 in più rispetto al terzo trimestre del 2020 (+5,9%). Le malattie professionali denunciate all’Inail e protocollate nel terzo trimestre del 2021 sono state 11.695, 279 casi in più (+2,4%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, però anche queste inferiori al periodo pre-pandemico.
Per una donna su due la ripresa è precaria e a tempo parziale
Anche per le donne la situazione non migliora. Il Gender Policies Report, elaborato dalla Struttura Mercato del Lavoro dell’INAPP, rivela che il 2021 è stata l’occasione mancata per le lavoratrici. Mentre il PNRR promette un’attenzione trasversale alla parità di genere in tutti i campi, la ripresa non le sta ancora favorendo. Prevalenti i contratti precari e a orario ridotto, ancora pesante la gestione dei carichi familiari e l’Italia sembra procedere a 4 velocità diverse. Dato che accomuna tutte le Regioni è che i contratti stipulati a donne sono sempre inferiori a quelli degli uomini: le donne sono un terzo del totale in Basilicata, Sicilia e Calabria, il 40% in Calabria, Molise, Puglia, Lombardia, Abruzzo e Lazio, tra il 41% e il 46,5% nel resto di Italia.