Pomodoro da industria, nasce il primo progetto di “Mediterranea” per sostenere l’alta qualità dell’export agroalimentare italiano

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L’emergente associazione Mediterranea, nata a gennaio da un accordo tra Confagricoltura e Unione Italiana Food, ha presentato a Parma, in occasione del Cibus, alla presenza del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il suo primo progetto: un accordo di filiera sul pomodoro da industria, con l’obiettivo di “rafforzare le filiere e la loro efficienza dal campo alla tavola, la sostenibilità delle produzioni ed efficientare la rete logistica e dei sistemi di stoccaggio”. L’iniziativa affonda le radici sul successo del “Protocollo d’intesa grano duro-pasta”, con lo scopo di estendere il modello ad altre filiere rappresentate da Unione Italiana Food e Confagricoltura fra cui, appunto, quello del pomodoro.

L’Italia, con oltre 5 milioni di tonnellate lavorate, è il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria dopo la California e la Cina. Seguono la Turchia, con circa la metà della produzione italiana e la Spagna, che ha una produzione sostanzialmente equivalente. I “top five producer” di pomodoro da industria rappresentano quasi il 70% della produzione mondiale. Nel 2023 in Italia sono stati coltivati oltre 68mila ettari, per il 57% nel Nord Italia e per il 43% nel  Centro-Sud. Le superfici sono in aumento, mentre la produzione è in flessione (-1,3%) sostanzialmente per motivi climatici.

L’importanza di valorizzare i prodotti italiani di eccellente qualità

Inoltre, tra gli obiettivi del progetto di Mediterranea, vi è l’individuazione di modelli organizzativi, tecnologici ed industriali a supporto di una garanzia qualitativa, nutrizionale e geografica dei prodotti a base di pomodori da industria. Il partner tecnico sarà Value Groovers, impresa dell’Università della Tuscia di cui è presidente il professore Emanuele Blasi che seguirà la prima progettualità di filiera promossa da Mediterranea, facendo tesoro dell’esperienza del Protocollo e dell’innovativo modello FRUCLASS testato nell’ambito della filiera grano duro-pasta.

Il presidente di Mediterranea, Massimiliano Giansanti, nel corso della presentazione ha dichiarato: “Con Mediterranea intendiamo strutturare le filiere agroalimentari italiane in modo che diventino sempre più competitive sui mercati. Attraverso accordi e certificazioni a favore della tracciabilità e della sostenibilità, Confagricoltura e Unionfood insieme si impegnano a incrementare le produzioni e sviluppare accordi con soggetti terzi per sostenere l’alta qualità dell’export agroalimentare italiano”. Per Paolo Barilla, vicepresidente di Mediterranea, “la ricchezza, la varietà e la natura dei prodotti rappresentati da Unione Italiana Food sono complementari alla dieta mediterranea nel suo complesso. Per questo, insieme a Confagricoltura, abbiamo costruito una struttura per la promozione e valorizzazione delle filiere mediterranee e dei prodotti italiani di eccellente qualità che in quel paniere si collocano, in una logica di integrazione di filiera e tra più filiere, ben rappresentate da entrambi i soci fondatori”.