Allarme caldo e siccità in tutto il nostro Paese. Il Po è in secca, non piove da mesi, manca l’acqua. I danni alle coltivazioni aumentano e già si aggirano intorno a 3 MLD di euro, avvisa Coldiretti che invoca aiuti di Stato per il settore agricolo. Nel 2022 gli incendi sono triplicati e la Sardegna è invasa dalle cavallette. Mentre il Sud soffre purtroppo di una situazione endemica, queste calamità naturali stanno colpendo drammaticamente anche il Nord. Ma da mesi l’Italia ne era a conoscenza. Era stata avvisata da un Rapporto della UE dal titolo “Drought in northern Italy“ (“Siccità nel Nord Italia”), elaborato sulla base dei dati Copernicus, sistema satellitare UE, e inviato a marzo al ministro Cingolani per pre-allertare il Governo italiano.
Sotto le medie stagionali anche i bacini idroelettrici
“Le condizioni di grave siccità – si legge nel Rapporto – sono legate a una persistente mancanza di precipitazioni da dicembre 2021, che sta già colpendo le risorse idriche. È probabile che diversi settori inizino prima del solito, in particolare all’inizio del periodo di irrigazione, che di solito dovrebbe iniziare ad aprile (es. per il riso). La siccità sta colpendo anche il volume d’acqua immagazzinato per la produzione di energia nel sistema idroelettrico italiano. La maggior parte dei serbatoi sono al di sotto dei valori minimi storici (1970-2019) da settembre 2021. Gli ultimi dati mostrano una quantità di energia immagazzinata di 774 GWh all’inizio di marzo 2022, 27,5% in meno rispetto al minimo di 8 anni (1068 GWh nel 2021)”.
Nel 2022 -60% di piogge e -80% di neve
Sempre nel rapporto si legge: “Il deficit di pioggia e neve durante il passato inverno (rispettivamente -60% e -80% rispetto alla media stagionale) sta devastando le principali aree rurali del Nord Italia, con i grandi invasi di acqua riempiti a livelli minimi e ben al di sotto della loro capacità. All’inizio di marzo 2022 sono state osservate condizioni di umidità del suolo più asciutte del normale sulla maggior parte del Nord Italia”. “Quasi nessuna precipitazione è stata osservata in Piemonte da dicembre 2021” con “circa 40 millimetri da dicembre 2021 a febbraio 2022, contro un valore atteso di 160 millimetri”.
I monitoraggi partiti solo ora
Segnali d’allarme – dicono i Verdi europei Angelo Bonelli ed Eleonora Evi – che avrebbero consentito al Governo di adottare provvedimenti per non farsi trovare impreparati dall’andamento climatico di queste settimane. Ma, nonostante queste comunicazioni, il ministro della Transizione Ecologica solo nei giorni scorsi ha annunciato che il Governo sta “potenziando il monitoraggio sulla scarsità idrica” e che verrà attivato “un Tavolo politico istituzionale di alto profilo, per fare un quadro d’insieme delle misure a livello nazionale”.
In Italia si disperde il 40% dell’acqua nelle tubature bucate
Secondo il Cnr circa il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di vulnerabilità ambientale; seguono: Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%). Sei regioni (Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania) presentano una percentuale di territorio a rischio desertificazione, compresa fra il 30% e il 50%, mentre altre 7 (Calabria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Veneto e Piemonte) sono fra il 10% ed il 25%. La desertificazione è un processo lento ed in qualche modo irreversibile di riduzione o distruzione del potenziale biologico del suolo, legato a diversi fattori come il clima e le proprietà del suolo. A questi fattori da noi vanno aggiunte le attività umane come la scarsa capacità di recupero dell’acqua piovana (solo l’11%), la dispersione fino al 40 % dell’acqua nelle reti di distribuzione fatiscenti e il non riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura e per usi industriali.