“La crisi globale dei combustibili fossili deve essere un punto di svolta. Quindi non prendiamo l’autostrada per l’inferno ma guadagniamoci il biglietto green per il paradiso”. Sono le parole pronunciate dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento alla plenaria della Cop27 a Sharm El Sheikh, in cui ha ricordato che per l’Europa le risposte sono tutte racchiuse nel REPowerEU. L’indipendenza energetica dal gas russo non può essere il punto di arrivo, ha sottolineato la presidente, che per questo si è mostrata soddisfatta dell’accelerazione impressa alle rinnovabili. “La capacità rinnovabile aggiuntiva dell’Ue è destinata a più che raddoppiare quest’anno, fino a 50 Gigawatt. E possiamo stabilire un nuovo record assoluto il prossimo anno di oltre 100 Gw, a condizione di accelerare e aumentare ulteriormente. Ogni kilowattora di elettricità che produciamo da solare, eolico, idrogeno verde o altre energie rinnovabili non fa bene solo al clima, ma ci dà indipendenza e sicurezza dell’approvvigionamento”.
Da Egitto, Namibia, Kazakistan, Vietnam e Sud Africa grandi prospettive energetiche
E a proposito di autonomia dalla Russia, von der Leyen ha detto: “Il Sud del mondo ha risorse in abbondanza. Facciamo squadra. Ecco perché l’Unione Europea sta firmando nuove partnership per l’idrogeno con Egitto, Namibia e Kazakistan. Ecco perché sta sostenendo partner come Vietnam e Sud Africa per decarbonizzare le loro economie”. In questo senso, particolarmente apprezzato il recente accordo fra Europa e Namibia sulle materie prime e l’idrogeno rinnovabile. “Avvicinerà l’Unione europea ai nostri obiettivi climatici – ha commentato la presidente -. Creerà posti di lavoro e crescita in Namibia. Entrambi ne trarremo beneficio, questo è il modo di fare affari dell’Ue”.
Il Nord del mondo deve aiutare il Sud
Obiettivi che, però, vanno raggiunti globalmente, sostenendo i più bisognosi nell’adattamento a un clima che presenta profonde mutazioni e si presenta sempre più duro. I Paesi presenti al Summit devono impegnarsi a ridurre al minimo le perdite e i danni causati dai cambiamenti climatici. “È giunto il momento – ha sottolineato von der Leyen – di mettere questo all’ordine del giorno”. Occorre, ha detto la presidente, che i partner europei nel Nord del mondo aumentino i loro finanziamenti per il clima al Sud del mondo. “Il Team Europe sta fornendo la sua giusta quota dell’obiettivo di 100 miliardi di dollari. Per il secondo anno consecutivo abbiamo superato i 23 miliardi di euro, nonostante la pandemia di Covid e la guerra in Ucraina”, ha spiegato. “Una grossa parte dei nostri finanziamenti per il clima va già all’adattamento. È fattibile e invitiamo anche gli altri a farsi avanti”.
Senza le foreste “ognuno soffrirà”
I traguardi da raggiungere restano quelli fissati a Parigi, rispetto ai quali, secondo la leader della Commissione europea, l’Europa sta tenendo la rotta. “Ridurremo le nostre emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Con il nostro pacchetto Fit for 55, stiamo mettendo in atto il quadro legislativo più ambizioso a livello mondiale e chiediamo anche a tutti i principali emettitori di aumentare le loro ambizioni”. Un invito che sembrerebbe rivolto proprio ai grandi assenti, ossia i Paesi più inquinanti come Cina e India. E, forse, cogliendo l’occasione di un grande ritorno al Summit Onu, quello del Brasile di Lula, dopo 4 anni di scetticismo da parte del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro nei confronti del cambiamento climatico, von del Leyen ha voluto anche ricordare l’importanza strategica del mantenere in salute o ripristinare i grandi polmoni del Pianeta, ossia le foreste. Viceversa “ognuno sul pianeta soffrirà”.