È un successo targato soprattutto Italia, Francia e Spagna l’accordo raggiunto al Consiglio Ue Energia sul tetto del prezzo del gas a 180 euro a Megawattora. Una discussione partita da aprile scorso per garantire una sicurezza energetica ai cittadini europea, rivendicata soprattutto dal nostro Paese, prima dal Governo Draghi e oggi da quello Meloni. L’intento era evitare che nella prossima primavera, quando le scorte per l’inverno dovranno essere a “zero gas russo”, i prezzi del metano tornino fuori controllo come nell’agosto scorso. “È la vittoria dell’Italia che ha creduto e lavorato per raggiungere questo accordo”, commenta sodisfatto su Twitter il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.
Presidenza Ue: “Price cap sul gas equilibrato, le forniture sono al sicuro”
La misura sarà avviata a partire dal 1° febbraio per entrare in vigore il 15 febbraio, con uno spread, ossia il differenziale del prezzo al Ttf rispetto agli indici di riferimento globali del Gnl, a 35 euro, come previsto nell’ultima proposta della presidenza ceca. I giorni necessari in cui il prezzo deve superare i 180 euro a megawattora perché scatti il meccanismo di correzione restano tre lavorativi. Per venire incontro ai contrari, come Austria, Germania e Paesi Bassi, timorosi che i fornitori si si rivolgano ad altri mercati di fronte a offerte troppo basse, è stato richiesto alla Commissione di prendere in considerazione la sospensione del tetto massimo in caso di “calo significativo” delle importazioni trimestrali di Gnl o di un aumento del consumo di gas del 15% in un mese.
Approvata a maggioranza qualificata. Dure le reazioni di Mosca
Una decisione presa questa volata a maggioranza qualificata e non all’unanimità, che fa ben sperare possa essere adottata anche per altre decisioni in ambito Ue come quella su Patti di stabilità. Secondo fonti ufficiali, anche Germania e Danimarca alla fine si sarebbero espresse a favore, mentre Olanda e Austria avrebbero dichiarato la loro astensione e l’Ungheria la sua contrarietà. Durissima la reazione della Russia che ha definito “inaccettabile” l’accordo Ue Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, si tratta di una “distorsione del mercato” e promette “una reazione” da parte russa, come quella sul petrolio.