Cresce ancora il fotovoltaico in Italia. Dall’analisi trimestrale del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, a marzo risulta, infatti, un incremento del +8,4% di nuove installazioni del solare fotovoltaico utilizzate in tutti i settori, dall’industriale al residenziale, rispetto a dicembre 2022. Dal primo trimestre di quest’anno sono in funzione, infatti, 1.329.000 impianti, per una potenza complessiva di 26GW. Di questi circa 103.000 sono nuovi impianti, traguardo tra i più alti mai rilevati.
Le maggiori variazioni sono state registrate proprio nelle isole baciate dal sole quasi tutto l’anno, Sicilia e Sardegna, che hanno aumentato la loro produzione rispettivamente del 20% e del 16%. Più in particolare a Enna, Siracusa e Ragusa sono state registrate le performance migliori, con 250 ore di funzionamento.
In queste isole vengono installati impianti che vanno dai 3 ai 20 kWh. Gli autoconsumi corrispondono complessivamente a 1,411 GWh, pari al 25,7% della produzione netta di tutti gli impianti fotovoltaici, un +14% rispetto al primo trimestre 2022.
Le installazioni sono avvenute principalmente da parte delle imprese di produzione di energia, che rappresentano il 63% della potenza totale, seguite dal settore residenziale con il 21% e da quello dei servizi con il 20%. Da ultimo, il settore dell’agricoltura che corrisponde al 10% della potenza. Sempre al 31 marzo 2023, il 32% degli impianti è stato installato a terra, coprendo una superficie totale di circa 16.000 ettari, mentre il restante 68% su tetti o altre applicazioni.
Ricordiamo che le fonti rinnovabili (FER) utilizzate nei consumi energetici evitano l’impiego di fonti fossili necessarie a soddisfarli. Con una apposita metodologia è possibile ricostruire le emissioni virtualmente evitate grazie al loro utilizzo riferendosi alla sola fase di esercizio degli impianti (dirette) oppure all’intero ciclo di vita (LCA) delle risorse.
L’entità delle emissioni evitate dipende principalmente dalla quantità di consumi soddisfatti da FER e dalla “qualità” del mix fossile sostituito (o del mix fossile marginale nel caso dell’elettricità). Considerando l’approccio LCA si è passati da 58 milioni di tonnellate di CO2eq evitate nel 2009 a circa 91 MtCO2 nel 2021. Considerando le emissioni dirette si è passati da 49 a 77 Mt CO2eq.
Il contributo principale afferisce al settore elettrico (72%), dove si osserva una maggiore penetrazione delle FER. Per ottenere questi risultati, nel 2021, così come nel 2020, sono state investiti dallo Stato circa 15 miliardi di euro di risorse destinate alla sostenibilità mediante i meccanismi gestiti dal GSE.