Gli obblighi del contributo ambientale

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La plastica resta una delle minacce ambientali che più affliggono il Pianeta. Solo quella di qualità, infatti, si riesce a riciclare e proviene per lo più dai rifiuti industriali, in particolare dall’edilizia, dall’agricoltura e dallo stoccaggio. Per questo il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, sulla base del principio UE del “chi inquina paga”, obbliga chiunque produca o importi polietilene nel nostro Paese, anche nel caso di imprese con sede all’estero, ad affidare i propri rifiuti ai Consorzi incaricati alla raccolta di questi scarti. Il Ministero impone anche a provvedere, in percentuale fissata da legge, al riciclo degli stessi. Per questo adempimento le imprese debbono riconoscere un contributo chiamato “ambientale”, da versare al Consorzio cui si iscrivono a tal fine.

Fortunatamente per la nostra salute, il 21 giugno scorso la Direzione Generale dell’economia circolare del Mase, con un decreto, il 52/2023, si spinge anche oltre, vincolando tutti i soggetti economici che lavorano con le plastiche (dai cassonetti, ai teli, agli scarti edili, etc.) a dover versare, tra le obbligazioni ambientali, questo contributo anche per gli anni in cui non sia stato evaso. Le aziende dovranno, quindi, sanare la propria posizione e versare il medesimo importo a qualsiasi Consorzio si scelga, sia lo storico consorzio Polieco, istituito per legge, sia il più recente “Sistema autonomo Ecopolietilene”.

Ma dove andranno questi fondi eccezionali recuperati per gli anni passati? Dovrebbero risolversi in un beneficio per l’ambiente, con la creazione di un “Trust Salvambiente”, un organismo autonomo, aperto a tutti i sistemi alternativi, nel quale fare confluire i contributi pregressi, determinati nella misura di legge.  Un fondo da utilizzare, con il controllo dei Ministeri competenti, per le emergenze ambientali, di iniziativa di Polieco, che opera da vent’anni nel settore del recupero delle plastiche industriali e responsabile del 90% della plastica riciclata in Italia.

Il Ministero, dunque, ribadendo che il contributo ambientale per il riciclaggio dei prodotti a base di polietilene è quello fissato per legge e che il contributo pregresso, destinato al Trust Salvambiente, debba essere obbligatoriamente applicato a tutte le imprese, stabilisce non solamente la parità sotto il profilo concorrenziale, ma soprattutto si prefigge lo scopo di inibire pratiche scorrette da parte delle aziende.