Green Climate Fund, il fondo per il clima più grande al mondo

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Le conseguenze del cambiamento climatico hanno sempre di più un effetto tangibile nella vita di tutti giorni, dall’aumento delle temperature mondiali, all’innalzamento del livello del mare, alla maggiore frequenza di eventi climatici estremi come siccità e alluvioni. Il tempo per agire sta diventando sempre più breve e gli investimenti necessari per ridurre gli impatti del cambiamento climatico sempre più critici. Essendo una questione globale, per la quale i Paesi di tutto il mondo debbono gioco forza lavorare in collaborazione, la solidarietà verso i Paesi vulnerabili è imprescindibile. Devono essere aiutati finanziariamente sia a ridurre le emissioni che a diventare più resilienti per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. È in questo contesto che si inserisce il Green Climate Fund (GCF), il Fondo Verde per il Clima più grande al mondo ed elemento fondamentale dello storico Accordo di Parigi.

Nel 2010 alla Cop di Cancún, in Mexico, è stato stabilito che il Fondo fornisse per conto della Convenzione delle Nazioni Unite sostegno ai Paesi in via di sviluppo tramite il finanziamento di progetti rispondenti ai bisogni di quei territori. A oggi, il GCF conta un portfolio con più di 240 progetti, che corrisponde ad un investimento di 13,5 miliardi di dollari in fondi diretti, che diventano 52 miliardi di dollari se si sommano i co-finanziamenti di enti, sia privati sia pubblici. Inoltre, il GCF lavora con più di 200 partner, tra enti internazionali, regionali e nazionali, che – insieme ai Paesi in via di sviluppo – si dedicano all’elaborazione e implementazione di tali progetti.

Il suo intervento incide in 129 Paesi in tutto il mondo ,distribuiti per lo più in Africa e nella regione dell’Asia-Pacifico, ma vi sono molti progetti anche in America Latina, Caraibi e alcuni nell’Europa dell’Est. Il GCF supporta in egual misura progetti di adattamento al clima e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

Per conoscere più da vicino alcuni dei progetti finanziati dal Fondo partendo proprio dall’adattamento al clima, ci siamo rivolti a Beatrice Muroni, External Affairs Associate Professional of Division of External Affairs of Green Climate Fund. Con il Global Fund for Coral Reefs Investment Window, il GCF si impegna a investire 125 milioni di dollari per iniziative che proteggono le barriere coralline e le comunità che dipendono da esse, in 17 Paesi del mondo. In un progetto in Guatemala, il GCF fornisce attività di istruzione e formazione per aiutare le popolazioni locali a sviluppare pratiche di sussistenza più sostenibili. Grazie a questo genere di training, i giovani di una comunità locale indigena hanno avuto l’opportunità di ottenere un reddito, evitare la migrazione e adattarsi al cambiamento climatico. Ancora, a Vanuatu, un piccolo Stato insulare del Pacifico, il GCF, in partnership con Save the Children Australia, aiuta comunità altamente vulnerabili con attività di adattamento a livello locale nel settore dell’agricoltura e della pesca in 29 “Consigli di area” (Area Councils, il livello amministrativo più basso) in tutto il Paese.

Passando invece ai progetti di mitigazione, che si rivolgono ad aiutare i Paesi a diminuire il loro livello di emissioni, un esempio molto significativo è l’India E-Mobility Financing Program, approvato dal Consiglio nel 2022. L’obiettivo di questo progetto è contribuire ad accelerare la transizione del Paese verso l’uso dei veicoli elettrici, tramite una piattaforma che fornirà soluzioni finanziarie in modo da equiparare il costo dei veicoli elettrici a quello dei veicoli convenzionali. Nell’arco dei 10 anni di attuazione, il progetto mira a ridurre le emissioni di gas serra di 9,5 tonnellate di CO2 equivalente. In Kenya e Senegal, invece, un progetto iniziato nel 2019 e che si concluderà il prossimo anno, aiuta la popolazione ad adottare soluzioni più sostenibili nella cucina di tutti giorni, passando dall’uso di carbone, legna da ardere e altri materiali la cui combustione rilascia gas a effetto serra all’utilizzo di soluzioni che sono più climate-friendly. Attualmente sono 53 le imprese di improved cookstoves (ICS) di proprietà e/o condotte da donne in Kenya che partecipano a questo progetto.

foto progetto in Kenya e Senegal – > Foto: GIZ

Un esempio di progetto più innovativo è invece il Catali.5°T (pronunciato “catalyst”), un’iniziativa che fornirà sostegno finanziario alle start-up del clima e ad altre micro e piccole imprese in 16 Paesi in America Latina e in Africa occidentale. Ci sono poi molti progetti finanziati dal Fondo che sono definiti cross-cutting, che supportano, cioè, sia attività di adattamento che di mitigazione. Questo è il caso, ad esempio, di uno dei primissimi progetti in assoluto approvati dal Consiglio del GCF, il Datem del Marañón project. La provincia Datem del Marañón, in Perù, ospita una delle torbiere più grandi e più ricche di biodiversità non solo del Perù, ma del mondo intero. Le torbiere sono aree umide, che presentano un’importante qualità: oltre ad ospitare un’enorme biodiversità, intrappolano grandi quantità di carbonio, riducendo così la quantità di CO2 nell’atmosfera. Questo progetto, del valore di 9,1 milioni di dollari, aiuta le comunità indigene di questa provincia a gestire le proprie risorse umide (wetlands) in modo da evitare la deforestazione e il rilascio su larga scala dei gas serra immagazzinati nelle torbiere locali.

Un progetto diverso, che però ben esemplifica il ruolo del Fondo come catalizzatore di ulteriori investimenti, soprattutto dal settore privato, è il Green Guarantee Company (GGC). Questo progetto, che da poco ha celebrato il lancio delle sue operazioni, è la prima istituzione globale dedicata a fornire garanzie per le obbligazioni verdi (climate bonds) con un impatto significativo sull’adattamento e la mitigazione del clima. In pratica, l’obbiettivo è quello di aiutare i finanziatori (borrower) dei Paesi in via di sviluppo ad avere una migliore affidabilità creditizia (credit rating) in grado di attrare capitali altrimenti non accessibili.

Munito di nuovi fondi, grazie all’appena concluso ciclo di capitalizzazione e di una nuova e ambiziosa visione per i prossimi anni, introdotta dalla nuova direttrice esecutiva Mafalda Duarte, per il Green Climate Fund si prospetta un futuro certamente interessante, in cui continuerà ad aiutare e supportare le popolazioni più bisognose ad affrontare le conseguenze di una delle crisi più grandi di questo momento storico: il cambiamento climatico.

*Disclaimer – Le opinioni espresse nell’articolo sono proprie dell’intervistata
e non riflettono necessariamente le opinioni del Green Climate Fund (Fondo Verde per il Clima).