Il riciclo che sarebbe piaciuto a Sansone

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Cessare di depauperare le risorse naturali deve diventare l’obiettivo primario degli imprenditori per la salvaguardia del nostro Pianeta. La strada maestra è il riutilizzo dei materiali sulla base di quella economia circolare che il mondo stenta ancora a percorrere in tutte le sue potenzialità. Non è il caso della designer ungherese Zsofia Kollar che è partita da una fondamentale constatazione: “Le persone non sono al di sopra ma uguali all’ecosistema”. La sua ricerca, dunque, si è concentrata sul concetto che l’essere umano può essere esso stesso materiale sostenibile del futuro. È partita, così, dai nostri capelli, che hanno tantissime potenzialità di riutilizzo.

Capelli, un ottimo biomateriale da riciclo

“Ucciderti dolcemente – dice la Kollar sul suo sito – è un riflesso della nostra cultura del consumo. Una cultura, che mentre consola i nostri bisogni, ci distrugge dolcemente”. Per questo il suo marchio, Human Material Loop, mira a integrare i capelli umani di scarto in un sistema di riciclaggio a circuito chiuso, introducendo nuovo materiale nell’industria tessile. I capelli umani, infatti, sono una fibra proteica della cheratina, proprio come la lana o l’alpaca. “I capelli hanno giocato un ruolo importante nelle nostre vite – spiega ancora la Koller -, a partire dalla definizione della nostra identità, ma mostrano anche la religione a cui ci associamo o l’ideologia politica in cui crediamo. Ma possono essere un biomateriale alternativo”.

“Trash is just raw material in the wrong place”, la spazzatura è solo materia prima nel posto sbagliato

Oltre che per i vestiti e i maglioni, i capelli possono essere riutilizzati come sostanze nutrienti per fertilizzare il terreno, per assorbire umidità e abbattere le erbe infestanti. La cheratina di cui sono in gran parte composti viene utilizzata dalle industrie farmaceutiche e dalla cosmetica per i trattamenti della pelle. Si possono trasformare in parrucche o in ottimi pennelli. Sono anche repellenti all’acqua ma assorbono attivamente gli oli, il che permette di trasformarli in profumatori d’ambiente a lento rilascio. Sono anche in grado di assorbire i materiali oleosi e inquinanti riversati in mare.

Meno sostanze tossiche e chimiche usate per la coltivazione e il trattamento del cotone

In Europa vengono tagliati circa 72 milioni di kg di capelli l’anno. “Si tratta di un materiale a km0, biodegradabile, cruelty-free che può cambiare il modo in cui ogni individuo contribuisce a un futuro più sostenibile – spiega la designer dalla sua sede di Amsterdam -, non richiedono un processo di pulizia e trattamento particolarmente approfondito, riducendo inoltre drasticamente l’inquinamento legato alle tinture tessili”. Hanno, inoltre, un rapporto resistenza peso simile all’acciaio e possono, pertanto, essere stressati e allungati fino al 70% della loro iniziale dimensione senza spezzarsi.