Cambia l’approccio alle politiche energetiche da parte dei Governi europei favorendo finanziamenti per l’adozione di tecnologie intelligenti e per la trasformazione o l’adeguamento di infrastrutture esistenti per la produzione e il trasporto di energia prodotte da fonti rinnovabili: idrogeno, solare, fotvoltaico e idroelettrico. In Europa crescono in particolare i progetti legati all’idrogeno pulito di cui il continente ha molto bisogno per il futuro. Anche l’Italia punta ad essere una Hydrogen Valley entro il 2030.
Per Hydrogen Vally si intende un incubatore e un acceleratore nell’ambito dell’idrogeno e delle tecnologie per il suo sviluppo, dalla produzione agli usi finali. Grazie ai fondi europei a partire dal Next Generation Eu questi programmi, che necessitano di tempo e investimenti per poter essere sviluppati, potrebbero subire una accelerazione. Si parla di veri e propri hub dell’idrogeno, “ecosistemi” costruiti e modellati attorno a un preciso luogo di destinazione che possono interessare un’area locale, regionale, nazionale o persino internazionale. Non riguardano solo la produzione del vettore, ma interessano anche il trattamento, lo stoccaggio e la distribuzione dell’energia prodotta. La produzione dovrebbe rispondere a diverse esigenze, dalla mobilità di auto e treni all’industria.
I progetti europei, più privati che pubblici
In Europa ci sono circa 20 progetti di Hydrogen Valleys e altri due nel Regno Unito, molti dei quali si trovano intorno ai porti, secondo il Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking, un partenariato pubblico-privato che ricerca la tecnologia dell’idrogeno. Secondo Bart Biebuyck, direttore esecutivo della FCH/JU, “l’idrogeno pulito sarà uno degli elementi chiave” per accelerare la decarbonizzazione delle nostre società, anche se le attività in essere sono guidate principalmente dal settore privato. L’Europa ha la più alta concentrazione globale di questi progetti, secondo la Piattaforma delle Hydrogen Valleys, che condivide le migliori pratiche e i dati di 34 progetti in 19 paesi del mondo. I Paesi Bassi stanno emergendo come leader europeo, con cinque progetti in corso in luoghi come il porto di Rotterdam, Amsterdam e la regione del gas di Groeningen. Da segnalare anche un progetto in Danimarca dove l’idrogeno rinnovabile, prodotto dall’energia eolica, bilancia la rete ed è usato per i trasporti e l’industria. Secondo gli industriali, però, è necessario che la politica faccia di più per sostenere progetti come questo, garantendo un adeguato supporto normativo per il carbon pricing, le standardizzazioni o le autorizzazioni veloci.
In Italia già tre eccellenze
In Italia ne stanno già sorgendo alcune di valli dell’idrogeno, da Nord a Sud. Una delle più importanti è alle porte di Roma, presso il Centro Ricerche ENEA di Casaccia, ideata dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. L’investimento di 14 milioni di euro mira alla realizzazione di un insieme di infrastrutture hi-tech per la ricerca e la sperimentazione del vettore lungo tutta la filiera. Un altro progetto sorge nel mar Adriatico, al largo della costa romagnola, e punta a diventare la prima Hydrogen Valley portuale del Paese. Qui sorgono due parchi eolici, un parco fotovoltaico e un impianto per l’elettrolisi offshore. Si tratta di AGNES, un progetto che sfrutta le piattaforme dismesse per la produzione di idrogeno verde. Un altro esempio virtuoso sorge al Sud ed è il Puglia Green Hydrogen Valley, voluto da Edison e Snam con Saipem e Alboran Hydrogen. Brindisi, Taranto e Cerignola vedranno sorgere tre impianti di produzione di idrogeno verde per una capacità complessiva di 220 MW, alimentati dal fotovoltaico, che permetterà di creare ogni anno fino a 300 milioni di metri cubi di energia rinnovabile. L’idrogeno prodotto sarà destinato all’industria anche attraverso l’iniezione del combustibile nella rete gas locale di Snam e potrà essere impiegato per la mobilità sostenibile.
450 milioni dal Pnrr
A fine dicembre, il viceministro del MASE Vannia Gava ha annunciato che è stato pubblicato il decreto direttoriale che dà il via libera alla realizzazione delle Hydrogen valleys. Si tratta di un investimento del PNRR di 450 milioni con cui il ministero intende “sostenere la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse, soprattutto del Sud Italia, con il duplice obiettivo di convertire gli stabilimenti inutilizzati e favorire la crescita delle fonti energetiche rinnovabili”. Il provvedimento, cui è allegato anche il bando tipo che le Regioni e le Province autonome possono utilizzare per la concessione dei finanziamenti, consentirà di procedere con l’aggiudicazione degli appalti entro il primo trimestre del 2023. Nello stesso periodo il Ministero assegnerà anche 2 miliardi per l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria hard-to-abate, contribuendo così, alla progressiva introduzione di vettori energetici rinnovabili in sostituzione dei fossili.