Nemo’s Garden, il primo orto sottomarino

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Si trova al largo della Liguria il Nemo’s Garden, il primo orto subacqueo al mondo per la coltura sottomarina di piante terresti. Una delle tante risposte che ci arrivano dalla ricerca applicata alla agricoltura per far fronte alle future crisi ambientali ed emergenze alimentari del nostro Pianeta. Sembra impossibile da credere, ma il fondo del mare sembrerebbe particolarmente adatto alla coltivazione agricola e questo sistema di coltivazione idroponica potrebbe cambiare per sempre il nostro modo di pensare l’agricoltura. “A circa otto metri di profondità l’acqua marina culla, il sole scalda, l’umidità nutre”, dicono i ricercatori che ci lavorano.

La prima pianta è stato il basilico

Parliamo di 5 biosfere all’interno delle quali ci sono 2.000 litri d’aria e in cui crescono sane centinaia di piantine. Si è partiti dal basilico, al quale sono seguite le sperimentazioni su insalate, pomodori, zucchine, leguminose, fragole, erbe aromatiche, fiori e addirittura funghi. Nelle biosfere le piantine vengono accudite ogni giorno dalle mani dei “contadini subacquei”, crescono molto più velocemente e con proprietà organolettiche più spiccate rispetto alle specie coltivate sulla terraferma.

Sono i raggi solari a garantire il ciclo vitale

Al loro interno sono posizionate delle mensole che accolgono i semi di svariate specie vegetali in coltura idroponica, monitorati in tempo reale grazie a sensori che misurano tutti i parametri biofisici. Sulla spiaggia di Noli c’è la Torre di controllo che ne supervisiona il funzionamento. Il sistema funziona perché le serre dell’Orto di Nemo sono posizionate a una profondità tale per cui i raggi solari riescono ancora a penetrare le calotte, a scaldare l’aria e l’acqua di superficie. Quest’ultima evaporando si deposita sotto forma di acqua dolce sulle pareti della bolla innaffiando per caduta le piante. In più, contribuisce a mantenere costante la temperatura interna e a proteggere da insetti e parassiti.

Una sesta biosfera viene utilizzata come osservatorio per studi sulla raccolta e produzione di acqua dolce e nel 2016 si è aggiunto anche l’Albero della Vita, struttura metallica alta più di tre metri, simbolo dell’evoluzione e della lotta per il futuro e l’innovazione tecnologica e per questo esposta come un totem in anteprima all’Expo 2015 di Milano.

Si basa su alta tecnologia e intelligenza artificiale

L’intuizione è arrivata nel 2012 all’ingegnere Sergio Gamberini, presidente della Ocean Reef Group, quando si cominciava a parlare di mancanza di risorse idriche e di scarsità di suolo coltivabile in alcune zone del mondo. È stato ispirato dalla sua profonda conoscenza dei fondali marini che gli ha trasmesso tre certezze: sott’acqua la temperatura è costante, l’umidità è sufficientemente alta e non ci sono né insetti né parassiti. Un sistema oggi brevettato che ovviamente ha incontrato molte difficoltà nella sua fase di sperimentazione iniziale, ma in grado ora di garantire l’intero ciclo di coltivazione, alimentato da fonti naturali, perciò sostenibile. Il tutto grazie a un “hi tech” sempre più avanzato e alle nuove frontiere aperte dalle applicazioni, prima inimmaginabili, dell’intelligenza artificiale.

Fonte foto: sito nemosgarden.com