Serpillo (UCI) AQUAE – World Water day – Il ciclo dell’acqua nel settore agroalimentare/ Aspettative e prospettive del mondo dell’agricoltura

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Questa mattina il presidente dell’UCI Mario Serpillo é intervenuto al Convegno AQUAE tenutosi nella Sala del Carroccio di Palazzo Senatorio in Campidoglio.

Il Convegno è stato promosso dall’Università degli Studi di Roma Foro Italico e da SITI, Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica; con il patrocinio dell’UNESCO, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste.

L’obiettivo di tale manifestazione era quello di incentivare un dialogo sinergico tra le parti e sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto i giovani, attraverso una giornata focalizzata sull’importanza dell’acqua.

Nel suo intervento il Presidente dell’UCI Mario Serpillo ha infatti sottolineato che “nessun argomento, forse, è così globale come questo tema – ricordando che “già gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu ponevano grande attenzione sul problema dell’acqua, come risorsa e come strumento nobile di sviluppo sostenibile.

 Il 2023 è l’anno della consapevolezza mondiale su questo argomento – prosegue il Presidente Serpillo – e se si tiene conto che la popolazione del pianeta si sta avviando verso i 9 miliardi di individui, si possono immaginare le tensioni e i conflitti che scaturiranno in modo sempre più drammatico e cruento per il suo approvvigionamento. 

Quest’anno, per via dello stress idrico, perderemo il 30% della produzione nazionale di riso ed il 15% del mais, mentre filiere storiche come l’olio ed il vino, già in sofferenza, faranno segnare numeri in perdita.”

Il Presidente dell’Unione Coltivatori Italiani ha poi concluso ponendo l’accento sull’importanza, per l’agricoltura, di affrontare in modo corale la progressiva riduzione delle risorse idriche già drammaticamente in atto.

A questo proposito è fondamentale creare, con l’ausilio delle Istituzioni, un piano unico nazionale, a lungo termine, che non sia solo di natura emergenziale. È necessario coinvolgere i giovani, le loro competenze, le innovazioni tecnologiche e le startup di cui già disponiamo.

 In tal senso, è auspicabile una sempre maggiore collaborazione tra il mondo dell’agricoltura con le Università e il mondo della ricerca.