Territorio e ambiente: formare e inserire giovani

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Lavoro e vocazioni dei territori. Occupazione e ambiente contro il mito del divano. Il Governo punti a percorsi formativi che coinvolgano i giovani nel lavoro attivo utile alle loro aree geografiche e produttive. Serve un nuovo modello di proposta e di sviluppo. Servono impegno e leggi chiare. Chi rinuncia a priori non potrà accedere a benefici e sostegni dello Stato.
FORMAZIONE,OCCUPAZIONE, AMBIENTE E TUTELE

A settembre riprenderà il confronto tra parti sociali e governo sul tema del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Due questioni di grande impatto economico, sociale e culturale. Sottolineiamo culturale perché nel Paese dove non si incontrano domanda e offerta di lavoro deve nascere un nuovo modello di sviluppo che si fondi sulla reale volontà di essere protagonisti nel mondo del lavoro inteso come senso di impegno, responsabilità, di crescita personale e collettiva. Quindi formazione, occupazione, ambiente e tutele.

Le cronache più recenti raccontano dell’abisso che c’è tra domanda e offerta. Tra chi cerca disperatamente manodopera e chi pur stando disoccupato, o percettore di redditi e sostegni statali non crede di poter intraprendere una occupazione. Su questo paradosso si è scritto molto, si è polemizzato sul Reddito di cittadinanza, sul flop dei navigatosul fatto che il divano vince sul lavoro. Si è anche detto che i giovani aspirano a occupazioni più remunerative e che dia loro soddisfazioni.

Noi lanciamo un’ idea  su lavoro e sulle  tutele per i settori più fragili della società. Per noi è un impegno verso la memoria di  De Gasperi, fondatore di questo giornale, promotore di dottrine sociali e, come sottolinea lo storico ed economista Paolo Pombeni “uomo di confine che ha messo le basi dell’Italia del miracolo economico che trasformò un Paese agricolo di secondo livello prima in un’economia industrializzata e poi in una potenza economica senza che nessuno gli dicesse grazie”. Siamo quindi attrezzati a proporre qualche buona indicazione per il Paese  sperando di essere ascoltati da ministri e dal premier Draghi.
UN’IDEA SULLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

C’è in buona parte dei giovani una sensibilità nuova verso l’ambiente, il territorio, verso una crescita che non devasti ma che preservi. Noi confidiamo che il ministro del lavoro Andrea Orlando realizzi percorsi formativi per dare ai giovani una occasione di lavoro attivo nel contesto dell’ambiente. Così da realizzare opere pratiche di intervento. Il nostro territorio ha bisogno di essere preservato e rigenerato.

Proponiamo che Governo e Regioni dialoghino per avere per ogni territorio una strategia di sviluppo che dia più occasioni di lavoro. La crisi dell’ offerta dipende anche dal fatto che si impone un percorso formativo e di inserimento unico che deve valere per tutto il Paese. Bisogna focalizzare per ogni area la sua vocazione, e da questo partire per creare lavoro stabile e utile alle comunità locali e al Paese. Il territorio come l’ambiente sono due grandi risorse che permettono lo sviluppo e una garanzia per il futuro.

Se vogliamo liberare i divani e dare occasioni ai giovani, ma non solo a quelli, è necessario puntare su agroalimentare, ambiente, turismo, logistica, nuovo modello di edilizia, di piccola e media impresa. Di servizi sociali, sanitari e assistenziali. Può essere una buona occasione che il Piano nazionale di Ripresa punti sulle politiche attive, sui giovani e sulla formazione. È un modo per capire davvero se c’è ancora voglia di lavoro o se prevarrà l’assistenzialismo. Se falliremo c’è da auspicare solo che giovani immigrati si appassionino all’Italia e al lavoro. Se così a loro consegneremo un Paese a cui gli italiani purtroppo hanno rinunciato a credere.