L’espansione dei terreni agricoli per la crescente produzione di materie prime agro-alimentari, zootecniche e forestali, concorre anch’essa all’aggravando del cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità a causa della distruzione, a una velocità impressionante, di foreste, praterie, savane, zone umide e torbiere, specialmente nei paesi tropicali e subtropicali, per far posto alle coltivazioni sempre più intensive. A rischio, quindi, non sono solo le foreste sulle quali si è concentrata l’attenzione della comunità internazionale alla Cop26 ma anche praterie e savane, che, avvisa, il WWF, possono trattenere anch’esse il carbonio, due volte la quantità delle foreste tropicali. La sola distruzione delle torbiere è responsabile del 5% delle emissioni di gas serra, ovvero il doppio di quelle del traffico aereo globale.
Inserire nella legge anti-forestazione anche gli altri ecosistemi naturali
L’indagine “Oltre le foreste: ridurre l’impatto dell’UE su tutti i sistemi naturali” condotta da 3keel per conto del WWF, fornisce una chiara evidenza dell’impatto dei consumi Ue su nove eco-regioni del Pianeta. Il WWF chiede, quindi, che si inseriscano da subito nella nuova legge della Commissione Europea contro la deforestazione anche gli ecosistemi non forestali. Viceversa, la Ue rischia di mancare l’obiettivo di contrastare efficacemente la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico.
Soia, gomma, olio di palma al posto di savane e torbiere
Una consistente parte dei beni importati nell’Ue – si legge nel report – proviene da regioni ricche di biodiversità e importanti serbatoi di carbonio. Più di metà del Cerrado brasiliano, la savana con maggiore biodiversità al mondo, è stato cancellato, principalmente per far spazio alla produzione di soia e carne. Nel 2019, le importazioni di carne in UE dal Cerrado ammontavano al 26% del totale e a quasi un quinto della carne esportata dalla regione. La conversione di circa il 14% del Chaco argentino, un mosaico di praterie e savane, ad agricoltura è avvenuta negli anni 2000.
Nel 2019, la UE ha importato circa il 24% di tutta la soia esportata dalla regione. Il 94% delle torbiere di Sumatra sono state convertite o degradate per produrre olio di palma, gomma naturale e piantagioni arboree per produrre cellulosa. Circa il 19% delle importazioni Ue di gomma naturale e il 14% di olio di palma provengono da lì. Il bacino centrale nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), una regione di foreste e zone umide, ricomprende il più grande complesso di torbiere al mondo con circa 30,6 miliardi di tonnellate di carbonio trattenute nel sottosuolo. Il 20% di tutto il legno esportato dalla Rdc arriva in Ue, che guida significativamente la domanda verso l’industria del legno dell’area.