La toccante storia di Nonna Rosa, con la sua rocambolesca fuga per la libertà, da una residenza per anziani, ha commosso l’opinione pubblica. Commenti e articoli hanno sottolineato la parte più singolare della fuga: Nonna Rosa da sola ha cambiato due treni per Faenza, Rimini e Ravenna, per raggiungere gli hotel sul mare, quelli delle sue vacanze estive e della sua giovinezza. Le notizie di questa singolare vicenda erano avvolte dal vero problema, la solitudine. Di non avere più una possibilità di uscire e di rivivere una parte della propria vita in libertà. In più nei racconti degli anziani si coglie quella profonda amarezza, di legami familiari non più belli e affettuosi, anche con i figli: “mi buttano giù il telefono quando chiamo”, oppure “nessuno mi da retta”.
Libertà e dignità umana
Le sconsolate parole di Nonna Rosa sono state raccolte nel suo peregrinare, da un prete che l’ha ascoltata, ha capito che era fuggita e, così sola, anche in pericolo. Ha chiamato le forze dell’ordine, ed è stata ricostruita la sua fuga. Nonna Rosa ha insistito. “Le Rsa sono luoghi che ti risucchiano la vita o quello che ne resta. Gli altri hanno deciso per me e scappare è l’unica scelta. Meglio la strada, anzi la morte. Rivoglio la mia libertà”.
Invecchiare con le tutele
Abbiamo anche noi una riflessione da fare, ed è quella sulla dignità delle persone anziane. L’Italia è la prima nazione in Europa per numero di anziani e la seconda nel mondo dopo il Giappone. I 14 milioni di anziani italiani oggi, e i molti di più di domani, devono avere non solo tutele e assistenza sanitaria adeguate, ma devono rappresentare non un peso, o per dirla con le parole di Papa Francesco “uno scarto”. Di certo una novità c’è, si tratta della riforma storica per un nuovo welfare italiana. È il Piano varato dal Governo per l’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. La legge-delega, che riprende il lavoro già fatto dal governo Draghi e che ora passa alla prova del fuoco dei decreti attuativi. Si tratta di un passo in avanti di cui vanno sottolineati gli aspetti positivi, quelli chiesti in modo convinto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, riforma che la viceministra al Lavoro e alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, sottolinea anche per il senso bipartisan della legge. “Il governo Meloni ha dimostrato di prendersi cura della vita degli anziani e, nel farlo, è riuscito a ottenere un amplissimo consenso tra tutti i gruppi parlamentari”. Un augurio speciale per il lavoro svolto e l’attenzione dedicata alla terza età è arrivato da monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione governativa che ha dato vita alla riforma. “I principi base del provvedimento”, sottolinea monsignor Paglia, “sono la promozione della qualità della terza fase della vita, scongiurando la solitudine e l’isolamento, e il diritto delle persone anziane di continuare a vivere ed essere curate a casa. È una riforma anche culturale, contro la cultura dello scarto”.
Il Pnrr per sanità e anziani
Vogliamo anche noi sottolineare gli aspetti importanti del disegno di legge. Tra i punti rilevanti evidenziati dal Governo ci sono: la semplificazione e l’integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente; la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrati; l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata e del servizio di assistenza domiciliare.
Il testo ha ottenuto la bollinatura della Ragioneria dello Stato e sarà tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa. Ed è quest’ultima una notizia importante.
Un’economia per la terza età
Sul Pnrr e la terza età vogliamo fare una osservazione positiva. L’occasione arriva dal convegno sulla Silver Economy, da titolo: “Il benessere delle persone al centro delle nuove politiche di protezione sociale”. L’iniziativa si è tenuta nei giorni scorsi al Senato, ed è stata stata presentata dal vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, che ne è stata la promotrice: “In Italia la silver economy vale il 19,4% del Pil in termini di redditi, per un totale di oltre 321 miliardi di euro. Numeri che rendono bene l’idea della sfida che abbiamo davanti e dell’importanza dei servizi agli anziani nel nostro futuro sociale, economico e sanitario”. C’è di più, secondo le stime elaborate dalla Banca Mondiale, nel 2050 in Italia ci saranno circa 20 milioni di over 65, pari al 35,1% della popolazione.
Attuare presto la riforma
Per l’Italia, ci attende una occasione unica, che è quella rappresentata dal Pnrr, che assegna 15,63 miliardi di euro, pari all’8,16% dell’importo totale per sostenere il Servizio sanitario nazionale. Tuttavia su Pnrr e decreti attuativi del nuovo welfare per la terza età, bisogna fare presto. Non possiamo pensare di poterci cullare su tempi lunghi. Non possiamo dimenticare 14 milioni di anziani e chiudere loro la porta in faccia. Non solo perché eticamente sbagliato ma perché parliamo della generazione che ha costruito con grandi sacrifici il boom economico e migliorato sensibilmente anche per noi la qualità della vita e delle nostre esistenze. La riforma per le tutele e il miglioramento della qualità della vita dagli anziani, va concretizzata in tempi rapidi lo dobbiamo anche alle tante Nonne Rosa, che purtroppo sono rimaste anonime e in solitudine.