“Ridisegnare il futuro: Includere, condividere, agire”. Questo il claim del B20 Italia, organizzato da Confindustria, che, coinvolgendo una community di oltre 6,5 milioni di imprese, in circa un anno di lavori, ha affrontato temi come il cambiamento climatico, innovazione, sostenibilità e riduzione delle disuguaglianze, per suggerire proposte incisive per uscire dall’emergenza della crisi sanitaria e dalla conseguente contrazione dell’espansione economica. Nel Final Summit romano del 7 e 8 ottobre, sono stati presentati i Policy Papers, che “contengono 32 policy recommendation, 93 call to action e 37 ‘kpi’ (indicatori di performance) per misurare l’attuazione e l’impatto delle proposte dell’industria”. Vere e proprie linee guida, e non semplici proposte, inviate dalla comunità economica ai capi di Stato e di Governo dei Paesi G20, in programma il 30 e 31 ottobre. Ogni raccomandazione è stata tradotta in concreto, con due o tre linee di azione immediate e obiettivi misurabili da qui al 2024.
Draghi: al G20 riforma del WTO sui prodotti sanitari
Alla presenza della presidentessa della Bce Lagarde e della Segretaria al Tesoro Usa Yellen, è intervenuto anche Mario Draghi, che ha rimarcato come sia fondamentale una collaborazione stretta tra Governi e sistema produttivo, per esempio sul piano del contrasto alla pandemia “Dobbiamo affrontare il tema del protezionismo sui prodotti sanitari, è essenziale per assicurarci di avere gli strumenti per combattere questa pandemia e prevenirne di future. Dobbiamo difendere la libera circolazione dei vaccini e delle materie prime necessarie per produrli. Sono fiducioso che il vertice del G20 a Roma raggiungerà un forte impegno per riformare l’Organizzazione Mondiale del Commercio”.
Insieme contro cambiamenti climatici e fame nel mondo
Il premier ha poi rivolto alle imprese l’invito a collaborare su altri due fronti altrettanto importanti: il contrasto ai cambiamenti climatici e alla malnutrizione. “La Banca centrale europea stima che il cambiamento climatico incontrollato causerà un calo del 40 per cento della produttività delle aziende entro il 2050”, ha ricordato il capo del Governo. Per questo si rendono necessari finanziamenti privati su larga scala, insieme a maggiori investimenti pubblici, per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e adeguare velocemente le strutture produttive alle nuove fonti di energia. “I governi – ha ribadito Draghi – sono pronti a sostenere questo processo e a condividerne parte del suo onere finanziario”. Anche per raggiungere l’obiettivo ‘fame zero” entro il 2030 serve l’aiuto degli imprenditori, che possono, ha proseguito Draghi, “donare fondi e forniture di emergenza alle comunità bisognose, favorire l’invio di aiuti umanitari in aree remote e aiutare a sviluppare nuovi prodotti convenienti e nutrienti”. “Dobbiamo puntare a nutrire tutti nel mondo – ha spiegato in chiusura il Premier – e creare catene alimentari resistenti alle crisi future”.